Quando la solidarietà ha i colori dell'Arte.

 Da Favara la dolcissima storia del pittore Alberto Crapanzano e del suo quadro su San Francesco

Un viaggio ad Assisi, la passione per la pittura, un ritratto di Cimabue; pennelli, colori, una tela montata sul cavalletto regalato dalla moglie e un quadro diventa spunto per aiutare tanti fratelli ospiti della Tenda di Abramo, sulla collina di San Francesco a Favara. Alberto Crapanzano, geometra, con la passione per la pittura, ha donato ieri ai Frati Francescani un dipinto che ritrae il Patrono d'Italia in stile Cimabue. La notizia non è la donazione di un quadro. O meglio, una notizia del genere non suscita ampio clamore. Il gesto invece fatto da Alberto Crapanzano va oltre la donazione di un dipinto, va oltre la creazione di un'opera d'arte. Il quadro del pittore favarese, dopo la sua realizzazione avvenuta un paio di mesi fa, è diventato l'ambasciatore della tenda di Abramo, la struttura gestita dai frati francescani che ospita decine di fratelli provenienti da diverse parti del mondo.

Chi ha attraversato il mare su barconi strapieni, chi ha viaggiato per giorni nei deserti, chi è sfuggito da guerre civili, bombe e mitragliatrici. Chi è scappato per la fame ed il senso di un futuro negato. Ed allora il quadro che ritrae San Francesco in questi mesi ha camminato per le strade della città chiaramontana, in strutture scolastiche, in attività commerciali, in pub frequentati da giovani ed in piazze frequentate da anziani con una finalità: raccogliere fondi per la comunità gestita da Fra Giuseppe, il frate-tifoso, il frate che preferisce le strade al pulpito. Il 2 agosto il dipinto di Crapanzano è stato donato al Convento di Sant'Antonio per arredare un pezzetto di muro del monastero che domina la città, per riempire d'amore le stanze che ospitano i fratelli venuti da lontano. La consegna si è svolta durante una Santa Messa molto partecipata, durante la quale la tela ha ricevuto la benedizione. Ma perchè questo quadro e perchè destinarlo al Convento? "Ho fatto un viaggio in Umbria. Tappa obbligatoria -racconta Alberto Crapanzano- Assisi, la città di Francesco. Quando ho visitato le due basiliche, quella superiore e quella inferiore, ho sentito dentro forti emozioni. Quei luoghi santi ti trasmettono emozioni.  

Al ritorno a Favara un giorno pensai di disegnare su una tela Francesco, prendendo spunto dal famoso ritratto di Cimabue. Una volta realizzato ho pensato di non metterlo in vendita o esposto solo nella mia galleria, ma di donarlo al Convento. Ma ho ritenuto che una semplice consegna a domicilio non sarebbe servita a nulla. Allora ho pensato, aiutato da amici, insegnanti, colleghi, di promuovere una serie di iniziative per la città. Il quadro è stato esposto alla libreria Il Papiro, poi in piazza Itria, successivamente in Piazza Cavour, un giorno nell'aula magna dell'I.C. "Falcone Borsellino". Ogni volta -continua Alberto Crapanzano- è stata promossa una raccolta di fondi e di viveri destinati dalla dispensa del convento di Fra Giuseppe. In cambio delle piccole donazioni consegnavo un segnalibro con l'immagine del quadro. Non credo di aver fatto una cosa grande. Spero di aver contribuito a regalare un sorriso a tanti fratelli meno fortunati di noi". Il gesto di Alberto Crapanzano non poteva che ricevere la gratitudine di Fra Giuseppe e dei suoi fratelli di Convento. Commosso il frate messinese, impegnato in prima linea a sensibilizzare Favara ad aiutare la comunità e sostenere la Tenda di Abramo. Fra Giuseppe è partito da solo. Adesso, anche grazie ad Alberto Crapanzano, nel suo cammino di fede e di aiuto ha attorno a se tanti favaresi che con semplici gesti confermano che, tutto sommato, Favara è la città dell'accoglienza.

Giuseppe Piscopo