GABRIELE TRAVERSO psicologo e psicoterapeuta

GABRIELE TRAVERSO psicologo e psicoterapeuta

Pitti rappresenta la forma artistica di quello che lui ama definire „espansionismo“ Pitti, bisogna sempre chiedersi cosa rappresenta, ma quello che è più importante è il modo in cui è rappresentato, la grammatica dell’artista. È lì che si colloca l’arte. Più si ha tecnica, e soprattutto una tecnica propria, più si riesce a comunicare. Pitti si definisce un espansionista: in effetti, lo spazio diventa materia giudizio psicologico: male, diciamo senza alcun indugio. In effetti lo spazio diventa materia e colore. Conoscerlo vuol dire entrare nella dimensione dell’artista: senza volerne tratteggiare, per forza, contorni psicologici. Ci troviamo di fronte ad un uomo dallo sguardo intenso, geniale nella sua incertezza e nella sua inquietudine. La sua stessa struttura corporea rimanda a una sua compattezza senza la quale è difficile avere significati nello spazio: e le sue opere hanno sempre dimensioni equilibrate e compatte, tra larghezza e altezza. D’altra parte, è un espansionista, e tutti i fenomeni espansionistici hanno avuto le medesime caratteristiche: dare una impronta alle proprie idеe diffonderle in aree quanto più possibili globali. E’ stato così per l’espansionismo cristiano, per quello normanno, per quello ottomano del 1636, per l’espansionismo tedesco attivo fin dal 1904, e poi quello americano. Un espansionismo che per Pitti significa occupare spazio e materia, come detto, attraverso gesti ampi e movenze ardite. Le stesse che usa per dialogare, dove le sue parole cambiano di senso a seconda dei gesti che lui stesso propone. Non possiamo immaginare un Pitti fermo a chiacchierare: lo possiamo solo vedere descrivere ampi movimenti, che sovente confermano, ma in altre occasioni negano, le parole che vengono dette. È inquieto, consapevole delle sue enormi potenzialità, poco propenso alle stabilità che la vita ci riserva. Afferma e sostiene la morbidezza del gesto, ma il suo pensiero, mentre lavora, va oltre: ma non è sufficiente aumentare lo spazio della sua espressione, perché un metro non basta a esaurire la forma del suo pensiero, ma non ne bastano nemmeno 50. Se lo immaginiamo aggirarsi in un‘ipotetica galleria a cielo aperto, potremmo non trovarlo più, perché anche gli spazi ampi sono troppo ristretti, per lui.  E lui sarebbe già oltre.