STEFANO FUGAZZA critico e storico d’arte, direttore Museo Piacenza Ricci Oddi
STEFANO FUGAZZA critico e storico d’arte, direttore Museo Piacenza Ricci Oddi
Pitti alla Meridiana dimensione emozionale di Pitti Pitti è un vero artista, quando „pensa vede colori, le sue idee sono colorate“. Stende sulla tela ipotizzando linguaggi diversi quali il segno, il recupero delle antiche memorie, il recupero di se stessi e lo vediamo appartenere nel mondo dell’astrattismo nelle sue definizioni. Il suo è un rifiuto netto del figurativo e da queste opere si ha l’impressione che Pitti sia preso dalla curiosità del guardare dall’interno e al di là delle cose. Il colore intenso come protagonista nelle sue opere nasce da un intervento gestuale forte, libero, che conferisce dinamicità ed essenzialità che gli permette di percorrere il proprio itinerario con sicurezza, quella sicurezza che possiedono gli artisti, autentici in libertà spirituale. Pittura sostenuta da forte impatto cromatico dominante il colore rosso e il bianco lombardo, ma la sua tavolozza è in continuo movimento: aggressive emozioni, fugaci felicità e memorie dell’infanzia. Pitti quando dipinge entra in un’altra dimensione: „non sento le voci, mi sento leggero praticamente non esisto più“. Le sue sono idee trasferite nei segni e nel colore, quindi l’artista entra in quella dimensione emozionale, così nascono in una danza magica, con forte linguaggio espansionistico le sue opere. Le opere del Pitti nascono d’impatto, esigono prontezza di mano e sono delle opere senza pentimento.