Valentina Cavera .Rivista Artecultura 2013

Un poeta non è solo un poeta quando scrive, parla, canta ma lo è anche nel silenzio, guardando il mondo che va e che viene, nel rumore incessante della vita che scorre tutta intorno. Questa grande emozione di esistere viene palpata e descritta dal pittore e poeta Alejandro De Luna, che con il suo tocco carico di empatia e sentimento decide di dedicare una mostra proprio a queste figure singolari all’interno dello spazio Artecultura. Chissà che emozione camminare in una stanza ed essere circondati da poeti, dai loro occhi che guardano un altrove. Nel loro osservare l’esistenza c’è qualcosa di particolare. A volte nei loro occhi si specchia proprio un non luogo, il dove dell’ispirazione, un posto immaginario, forse abitato da figure mitiche, le muse, che dalla loro invisibile altezza regnano sulle arti e le scienze. Secondo la religione greca si dice che esse siano in tutte nove, figlie di Zeus e di Mnemosýne. Per esempio Erato era la musa della poesia d’amore, Polinnia quella della poesia sacra… e quindi perché no, avvicinandoci ai ritratti in mostra forse è possibile ascoltare il respiro delle muse… in fondo nella poesia c’è qualcosa di magico! I ritratti realizzati da Alejandro sono un omaggio a tutti coloro che l’artista ha conosciuto direttamente e che mentre ha dipinto li ha ascoltati declamare ogni singolo verso, denso di una propria storia e di personalità. Sono poeti milanesi ma in piccola parte anche di Genova e Pavia. La ragione di questa esposizione è proprio quella di valorizzare la figura del poeta in una società che invece tende a emarginare, a declassare tutto ciò che non è fonte di guadagno. Solo una piccola nicchia di questa grande società di consumo comprende il potere che racchiude un verso poetico ben scritto e profondamente sentito. Non poteva non capirlo De Luna che fin da piccolo oltre al disegno ha usato come metodo espressivo anche la stesura di testi. I poeti, figure anacronistiche del nostro tempo, attraverso la mano disinvolta del pittore madrileno hanno l’opportunità di diventare protagonisti e di suscitare la curiosità dei visitatori; quei poeti all’interno dello spazio gallerico vivranno in eterno raffigurati su una tela con colori che manifestano le declinazioni della loro anima. In un epoca che affida all’immagine il ruolo più importante, la provocazione più adeguata per ridare il giusto peso alla letteratura, alle arti non visive sembra davvero questa, ovvero servirsi della medesima arma per puntare il dito sul cuore che palpita sotto l’immagine, per arrivare nell’intimo, e accarezzare l’anima scevra di corporeità. Come guidato da uno spirito sovrumano, Alejandro de Luna dipinge. «La poesia c’é in ogni persona se cerchi l'anima che ha. Ivan Tresoldi diceva “Poeta sei tu che leggi”. Ho dipinto anche cose surrealiste, astratte, qualcuno mi ha detto che sembrava Chagall. Qualcuno dice che sono fauvista o impressionista o anche dicono che i miei ritratti ricordano il primo Picasso. Fabrizio Gilardi, un critico curatore, ha associato la mia arte all'art brut, una tendenza legata molto ai colori, all'espressione. – racconta Alejandro - Però, pur essendo storico dell'arte e quindi conoscendo tutta la teoria, seguo la mia intuizione, la mia dinamica. Magari nell'inconscio subisco un'influenza ma non me ne rendo conto».  Valentina Cavera Critica d’arte Alejandro De Luna, nome d’arte di Alejandro Lopez Luna Delgado (Madrid, 1974) da oltre cinque anni vive a Milano dove insegna lingua e cultura spagnola. Storico dell’arte per formazione accademica, si dedica da sempre a molte forme di espressione artistica.