Esplorando l'arte
Non è facile esercitare il colore sui soffi dei desideri, quelli inespressi, quelli perduti, quelli accesi,
quelli ritrovati dentro un instante. Non è facile rallegrare il tempo di ambizioni chiuse dentro una
lampada. Una lampada per l'appunto, la cui frase “Esprimi un desiderio” prende il titolo dell'opera
dipinta dall'artista Alessandro Tognin, classe '81, nato a Rovigo e residente ad Occhiobello (Ro).
La sua arte eccentricamente variopinta, sigilla emozioni motivazionali che ci prospettano
nell'universo dei sorrisi, pur non essendoci traccia figurata di essi. Ebbene, ogni sua pennellata
scomposta dall'allegria, sembrerà regalarci un sorriso immaginario verso l'infinito pensare del
raggiungere i sogni. Tocchi di acrilici impregnano le sue tele di primavere, quelle che ci raccontano
che l'espressione di un desiderio non è solo uno stato d'animo, ma è una modellata attenzione che
può proiettarsi nella realtà. Paulo Coelho sosteneva che “Il mondo è nelle mani di coloro che hanno
il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni” ed è certamente questo che
traspare nelle tele dell'artista a partire dal dipinto che omaggia il grande genio della lampada che
tutto ascolta e che tutto può far avverare.
Nel messaggio indossato dal dipinto “I papaveri sono in fiore” è racchiuso il termine 'accoglienza',
nel racconto visivo infatti il cielo trama reazioni colorate simulando la vivacità della sua terra, come
fosse uno specchio riflettente sulle bellezze del creato con gli occhi colmi dei suoi prati. I papaveri
incantano la scena e seducono lo sguardo dei coltivatori di emozioni, petali che vorrebbero
amabilmente incentrarne la delicatezza ma anche la forza del mondo che conosce meglio
dell'umanità la strada del progresso. Quei fiori dal valore esistenziale lasciano bensì sorgere il
benvenuto al domani proiettando luce agli spiriti attenti.
Lasciando proseguire il viaggio colorato di Tognin, incontriamo la poesia di una rosa arcobaleno
che si abbandona al corteggiamento del sole, accendendo i suoi colori di preziosa brillantezza.
E nella sua delicata espressione, ricordiamo un famoso proverbio turco che ne custodisce un
concetto sensazionale: “L'uomo è più duro del ferro, più solido della roccia, ma più fragile di una
rosa”. Poiché in una rosa possiamo ritrovare l'identità di ognuno di noi, fragilità e forza, delicatezza
e perseveranza ma sempre contornati da un profumato e fragile sentimento che essendo esposto a
qualche spina, lo travolge nell'odore delle debolezze per poi rincorrere con più slancio la ricercata e
attesa fioritura che oltrepassa le difficoltà. L'opera si intitola “Rosa del mare” e ne fotografa le
acque calme nel momento del tramonto, nell'intensità di un cielo che si incendia di colore,
terebrando l'unicità di ogni tempo. Questo scenario armonioso, annuncia il cambiamento
dell'inclinazione solare lasciandoci inghiottire i minuti dalla visione di un cielo che si manifesta
pittore, fino a raggiungere l'idealistica scena astratta che ne incentra il calore della libertà.
Le creazioni di Tognin sono dunque annunci alla bellezza che lasciano spazio ad un'immaginazione
compenetrante con la realtà. Sono mutevoli espressioni conoscitive che coinvolgono il lato sensibile
dell'artista, sino ad incanalarlo dentro un'originale visione introspettiva delle cose. In conclusione,
possiamo incentrare dalle sue pitture tre interpretazioni dominanti, ovvero natura, arte e poesia che
riecheggiano nella domanda esaminatrice dello storico pittore olandese Vincent Van Gogh "E poi,
ho la natura e l'arte e la poesia, e se questo non è sufficiente, che cosa posso volere di più?" Ebbene,
su questo interrogativo lasciamo spazio alle nostre personali risposte, quali potranno riassumere il
prezioso significato della cultura artistica.
Pignatelli Alessia