Elena Colombo
Alessio Bandini gioca con un mosaico di riferimenti che mescolano disinvoltamente il cinema alla cultura cabalistica, riportandoci indietro fino a un passato arcaico in cui il segno era la prima prova dell’esistenza indipendente dell’Io. Questi stimoli emotivi si traducono in un intreccio di tecniche e stili dalla matrice psicoanalitica, mentre il discorso ruota sul concetto di sdoppiamento della personalità all'interno di una collettività. Ciascuno si definisce fronteggiando una differenza che si palesa nel momento in cui si accetta la complessità del Sé. Si tratta di aprire la mente allo “spazio negativo” nel quale ritagliare le forme. Sono quindi le tinte a conferire un’identità preponderante ai soggetti, a definirne la funzione in base alla densità cromatica dello sfondo. I corpi trascendenti sono il frutto di una ferita aperta nella compattezza vibrante dei primari. La meditazione si contrappone alla passione; l’oro dell’incarnato all'assolutismo del bianco e nero fotografico. Cosi, suggerendo diversi paradigmi, l’artista giunge a una sintesi delle possibili inclinazioni dell’animo umano, esattamente come avveniva in campo letterario nei romanzi della Trilogia Millennium. Anche laddove la polifonia sembra riunirsi in un Unico, l’attenzione è focalizzata sulla sinuosità del gesto, ossia sul valore grafologico del movimento. La spiritualità si ritrova negli enti inorganici ma soprattutto nelle persone comuni, i cui atteggiamenti condensano tanto la poesia quanto il bisogno di rivalsa sociale. In una ricerca di miltoniana memoria, ci si ricollega all'estrema poesia degli umili, alla condivisione che sfocia nell'irripetibilità. Da un lato c'è il realismo registico di una denuncia vicina all'isteria collettiva che, seguendo la lezione di Ben Shahn, rielabora le icone popolari per smuovere le coscienze; dall'altro l'anatomia ridotta a punteggiatura astratta sulla superficie, a formare una melodia sirenide capace di fondare una nuova mitologia introspettiva.
Dalla rivista di Arte, Letteratura e Spettacolo "SATURA", N27, 3° Trimestre 2014
Editore "SATURA associazione culturale"
Genova, Piazza Stella 5 - 16123 Genova