Mira Carboni
“La grande bellezza” nelle opere di Ana Sekach
19 maggio 2014
Ana SekachUna bellezza in esplosione: enigmatica, sognante, misteriosa, celata dietro sottili simbolismi e testimonianza di culture e stili artistici differenti.
Il tema cardine che affiora dalle opere pittoriche di Ana Sekach è quello della bellezza ideale, emblema di perfezione, catturata in un gesto come in un’istantanea.
Nell’opera Caduta dell’Eden o resistenza di Eva al serpente , la donna è colta nell’atto di afferrare il serpente, simbolo del peccato: lei è Eva, la prima donna, nata dalla costola di Adamo, raffigurata sensuale, sfrontata, sicura di sé; non teme la tentazione del serpente, ma è essa stessa tentazione: rivolge all’animale uno sguardo di ammaliante affronto e più che una lotta par di osservare una danza di corpi, sullo sfondo non dell’idilliaco paradiso terrestre, ma di un indistinto rosso passione.
Abbiamo dunque una rappresentazione del peccato originale ben diversa rispetto all’iconografia primo rinascimentale: nelle opere di Ana Sekach Eva è una donna contemporanea, indipendente, conscia della propria bellezza: non ha bisogno di protezione, non è affiancata alla figura di Adamo; non viene rappresentato il momento precedente o successivo al peccato, come solitamente i grandi artisti prediligevano fare, ma il momento della lotta, della sopravvivenza del più forte.
Caduta dall'Eden o resistenza di Eva al serpente
Caduta dell’ Eden o resistenza di Eva al serpente
Olio e acrilico su tela 50x70x1 cm
In Fiamme della Passione protagonista è il corpo femminile scorciato in primo piano, immortalato come in una sorta di trasformazione: le fiamme rosso fuoco dilaniano e mutano quel corpo che sembra quasi precipitare nel vuoto, travolto, impotente e inesorabilmente assorbito dalle carnali passioni .
Qui la scena sembra quasi di matrice futurista: un episodio in continuo movimento, in divenire.
Fiamme della passione
Fiamme della passione
Olio su tela 70x50 cm
Nell’opera Geisha come anche in Tea cerimony evidente è il riferimento alla cultura giapponese: la Geisha, la “donna delle arti”, persona colta e abile intrattenitrice delle classe nobili.
Nella prima opera dominano la composizione i toni freddi: il blu e il verde del fondale acuiscono l’ambientazione misteriosa della scena, dove la bella protagonista viene raffigurata nell’atto di leggere un messaggio segreto.
Con una resa fiamminga vengono indagati i particolari: dall’elaborata acconciatura, alle ricercate decorazioni dell’abito fino allo studio della natura morta, i cui racemi floreali, vanno a coprire, forse, l’arrivo di un inatteso ospite.
Geisha
Geisha
Olio su tela 45X60X1 cm
Suggestiva la resa di Madonna con bambino o abbraccio materno: anche qui il tema religioso viene rielaborato in chiave metaforica, dove il mare burrascoso sta a simboleggiare una “tempesta d’amore” ; come se l’onda rappresentasse l’infinito abbraccio di una madre al figlio.
Denso di richiami alla cultura pop appare il ritratto di Marlen Deitrich, ravvisabile inoltre un riferimento allo stile pittorico dell’artista polacca Tamara De Lempicka (1898-1980), per l’impianto squadrato del viso, l’attenzione al tema del ruolo femminile nella contemporaneità e la caratterizzazione psicologica con cui viene resa l’immagine di questa nota icona del cinema del novecento.
Marlen Deitrich
Marlen Deitrich
Olio su tela 60X80 cm
La composizione è giocata su pochi ed essenziali toni, l’abile uso del chiaroscuro conferisce profondità e caratterizzazione al volto della donna, ritratta come una musa immersa nei propri pensieri, gli occhi speranzosi e sognanti rivolti in alto, mentre con una mano si sostiene dolcemente il viso.
Nella Battaglia di Eracle con i centauri cambia il tema e soprattutto la materia: non più pittura ma bassorilievo, tecnica ideale per riallacciarsi ad una tema caro all’antica mitologia greca.
Eracle (o Ercole nella mitologia romana) famoso per le celebri “dodici fatiche”, una delle quali viene qui illustrata, è simbolo di coraggio e forza: l’eroe si difende dai centauri scagliando su di loro le sue frecce mortali, costringendoli alla fuga.
Una particolarità di questi bassorilievi in gesso, realizzati su tre distinte formelle, è l’uso del colore dorato, che dona una preziosità bizantineggiante all’opera, inoltre risulta molto efficace la resa del movimento nei corpi possenti e imbizzarriti dei centauri.
Battaglia di Eracle con centauri
Battaglia di Eracle con centauri
Bassorilievo in gesso su tela 40x30x3 cm
Ana Sekach esplora nelle sue opere temi e tecniche differenti, legate però indissolubilmente alla questione del bello.
Cos’è mai dunque “La grande bellezza?” tema attuale, trattato anche nel film di Sorrentino vincitore dell’Oscar.
Ana Sekach sembra indagare su più piani questo argomento.
Dalla bellezza esteriore della donna, resa con cura e precisione fiamminga, al senso del sublime e dell’infinito, dove il mare viene reso in tutta la sua grandiosa maestosità, per poi approdare all’ideale della bellezza greca, in cui non compaiono mai segni di sofferenza ma solo perfezione di pose e corpi, in un velato legame con le idee dell’archeologo Winckelmann, per il quale la bellezza ideale era intesa come “Nobile semplicità e quieta grandezza“.
Mira Carboni