Dott.ssa Elena Gollini

Melodie visive e sonorità musicali si colgono nelle animate e dinamiche formule pittoriche proposte da Anna Maria Caboni, che varcano la soglia della tradizione classica figurativa per addentrarsi su nuove strade e territori esplorativi e sperimentali, dove non compare nessun elemento compositivo figurale, che viene sostituito da simbolici “monumentalismi” della psiche, che si propongono con metaforiche sembianze astratte e informali. Pensieri cromatici e segnici incidono la superficie e trovano una nuova opportunità d’espressione impressi sulle tele. Il dipinto si trasforma in uno speciale “diario autobiografico” che accoglie, conserva e custodisce i sentimenti, le emozioni, i pensieri più intimi e reconditi. La Caboni è un’artista di innata sensibilità ideativa, capace di introiettare e decifrare i complessi e misteriosi rebus segnici e cromatici dell’astrazione e di testimoniarne il linguaggio segreto tramite la sua pittura. Un’artista portavoce e artefice di un’arte informale e materica in continua evoluzione, che ricerca un simbolico “infinito di luce universale” e rifugge gli stereotipi dogmatici e le ferree regole canoniche, nel trionfo assoluto della libertà d’azione e interpretazione. È una pittura quella della Caboni, che rifiuta con decisione e fermezza le architetture e le costruzioni narrative predefinite e preconfigurate a monte e si abbandona verso un nuovo spontaneo linguaggio visivo, si protende verso una linguistica segnica e cromatica, che guida lo spettatore in una proiezione di nuova dimensione emozionale e delinea una concezione artistica rinnovata e non condizionata da schemi preesistenti del passato. Le opere introducono quei labirinti enigmatici di significati sottesi e sublimali, la cui chiave di lettura si rivolge al pensiero intuitivo e alla riflessione introspettiva, che il fruitore può innescare dinanzi a esse, rimanendo dapprima conquistato e catturato dalle “effusioni e profusioni cromatiche e materiche” e poi addentrandosi per recepire i messaggi codificati e cifrati insiti all’interno. La Caboni concepisce l’arte astratta come mezzo indispensabile e strumento primario d’interpretazione dell’anima, come specchio riflesso dell’anima, che induce autore e spettatore ad analizzarsi dentro nel profondo, per svelare i tratti distintivi della propria personalità e identità spirituale, in un confronto interattivo di scambio reciproco. Dotata di una spiccata capacità compositiva e seguendo percorsi alternativi e svincolati da scuole e correnti di pensiero specifiche, ella ottiene risultati e soluzioni di pregnante efficacia e valore estetico. Le creazioni perseguono un’idea di bellezza raggiunta tramite gli accostamenti tonali mai casuali e mai banali nella stesura, ma fondati su un impianto scenico di tensione strutturale in proporzionato equilibrio.