Massimo Cagnina
Ho avuto la fortuna di imbattermi casualmente nelle opere di Anna Maria Caboni. Subito risalta ,nella varietà dei dipinti ,il comune denominatore di uno sferzante contrasto tra i colori vividi e le screziate interferenze dei grigi e del nero, a evocare un intenso conflitto emotivo che è la base di ogni atto artistico che voglia definirsi tale. Qui il dosaggio delle due componenti è eccellente. Colpiscono i tratti lineari di visi appena accennati come quelli dei disegni dell' infanzia ein questa sede inspessiti dalla consapevolezza della maturità del dolore che non ha però rinunciato allo slancio vitale verso la luce e la bellezza di tonalità luminose e sgargianti. Trovo queste opere, ed in particolare alcune che preferisco ,di notevole valore. In " mare" una nota di rosso, un cuore pulsante e ferito o chissà un fiore non definito spezza in modo mirabile la metallica increspatura delle onde che non più onde rimandano più a lame in sequenza ,quasi a simboleggiare l' attacco di un esercito di attimi lancinanti asseragliati e potenti, ma che non hanno vinto sul pulsare imbattuto della voglia di vivere.