Dott.ssa Federica Pasini (Critico e Storico D’Arte)

ANTONELLA BONAFFINI LA PITTURA SI FA MITO (ANNO 2015) Nel 2007 con il dramma della perdita del padre, Antonella Bonaffini capì immediatamente che per lei il percorso sarebbe diventato estenuante, periglioso, ma si cimentò nei colori e nella vita, aggrappandosi alla pittura e misurandosi con quella follia che vide sempre come una montagna sul punto di franarle accanto: "O arte non venirmi addosso, sei come una montagna pesante, mi schiacci come un moscerino". "Ma che dolore sale le mie braccia, reggenti il grave fascio di me". Ricordando Alda Merini ci si trova subito a sentire Antonella Bonaffini come sorella della poetessa, situazioni differenti le loro ma unite dal soffio dell'arte. L’aver vissuto un grande dolore e quindi l'averlo nel tempo elaborato, ha sviscerato la creatività dell'artista, dapprincipio con rabbia, allora troviamo l’utilizzo di colori scuri, forgiati con la grazia minuziosa della pazienza, di una rinascita tipica della donna, che con il tempo è riuscita ad utilizzare quello stesso dolore per forgiare un tema. La donna sempre al centro delle opere che presagiscono una vita di introspezione,con quelle mani graziose ed esili,quasi fossero un dono di Dio, preannunciante sapienti e costanti evoluzioni. I grandi maestri ai quale si avvicina Bonaffini sono Gauguin e il colorato e decorativo Matisse. L'insegnamento di Gauguin sul piano della forma, giunge a spezzare le promesse pittoriche, rifiutando l'analisi delle sensazioni luminose e cromatiche; nei nuovi lavori Gauguin non si preoccupa solo del linguaggio ma si precisa nel tecnico, nella stessa pennellata lunga e in qualche modo già aperta all'astrazione. Osservando intensamente le opere dell'artista, la troviamo ad andare al di là della tela, ispirandosi totalmente all'arte/vita. Gauguin descrivendo le sue opere sembra parlare della nostra artista: la sintesi delle forme e dei colori derivata dal solo elemento della Donna, per Antonella, riprende colori sfavillanti di interni affollati di nuances e schiocchi di frusta che si avviluppano nel suo operato, rendendo l'opera gioiosa, fantasiosa ma soprattutto aprendosi a quella felicità che finalmente Antonella Bonaffini riesce a raggiungere, grazie alla lunga, introspettiva, elaborazione dell'aberrante lutto. La personificazione maschile dell'inconscio della donna 'l'animus' presenta aspetti positivi e negativi; frequentemente assume la forma ricolma e intima di convinzione " sacra". Sappiamo che il contatto con il mondo in cui risiedono le Essenze ci fa conoscere qualcosa che va al di là del normale ascolto degli esseri umani e ci ricolma di un sentimento di espansione e di grandezza. L'atteggiamento ottimale per esperire l'inconscio profondo non é di eccessiva né di troppa modesta fascinazione, non è di smodata meraviglia né di eccessivo cinismo. Jung chiamava "l'obbligo morale" di esternare ed esprimere quanto si è appreso nella discesa o nell'ascesa al Sé selvaggio”. Questo "obbligo morale" significa vivere quel che percepiamo, che sia ritrovato nei campi elisi psichici piuttosto che sulle isole morte, nei deserti di ossa della psiche, la superficie della montagna, lo scoglio nel mare, il lussureggiante mondo sotterraneo, e nell'"Es" della nostra artista, vissuto e inglobato con la saggezza del misticismo della conoscenza che è consapevole anche del fatto che "La Que Sabe" soffia su di noi cambiandoci. Il nostro lavoro sta nel mostrare, che proprio su di noi ha soffiato, esprimendo nel mondo di sopra che si è ricevuto dai sogni e dai viaggi di ogni sorta, inglobato nell'Essenza di Noi. La Loba sta in parallelo ai miti in cui i morti sono riportati in vita, nel mito egizio, Iside compie questo servizio per il mito Osiride che ogni notte viene smembrato dal cattivo fratello Seth. Iside lavora tutte le notti, dall'imbrunire all'alba, per rimettere insieme i pezzi del fratello prima del mattino, altrimenti il sole non sorgerà. Cristo resuscitò Lazzaro, morto da tanto tempo. Dei fattori inconsci della psiche non ci si accorge all'inizio ma percependoli nel mondo esterno, poiché proiettati sulla natura inanimata. Di conseguenza l'uomo vede le qualità e le caratteristiche umane come se apparissero agli oggetti inanimati. Negli antichi miti dimenticati di un popolo troviamo resti di modi di pensare arcaici e primitivi che nel mondo occidentale sono stati largamente sostituiti dalle culture più sviluppate. Ma non per questo sono stati estinti o hanno perduto il loro significato, come dimostrato dal fatto che oggi riappaiono dall'inconscio in sogni e fantasie, le stesse che vive la nostra artista quotidianamente, e con le quali, in travagliato silenzio lotta continuamente. La comprensione di queste lotte rende chiara la differenza tra maschile e femminile, una differenza che ha molto bisogno di essere ristabilita, oggi che molte donne sono mascolinizzate e molti uomini effeminati. Nell'arte sia moderna che classica,la luna ha rappresentato la Divinità della Donna, il principio femminile, così come il sole simbolizzava il principio maschile. Per l'uomo primitivo, per il poeta, per l'artista e per il sognatore di oggi, il sole è maschile e la luna è femminile. Torniamo quindi nuovamente in una mente antica, all'antica differenziazione di maschio e femmina che nasce dalle profondità dell'inconscio,sotto forma di simboli alla quale l’eterna realtà dell'Essere, regola il giorno della ragione,dell'intelletto e della piccola luce,che governa la notte dell'istinto e le oscure percezioni dell'intuitivo mondo interiore. Ed in Antonella Bonaffini vi è tutto questo. Dott.ssa Federica Pasini (Critico e Storico D’Arte)