Toti Carpentieri - "Arte e cronaca" n.4 - Lecce 1987
Non è la prima volta che un artista focalizza la sua attenzione e quindi la problematica dell'intero suo lavoro (almeno nell'immediatezza del movente , e del fatto; oltre che nella sua episodicità), sull'evidenza della propria città natale - o anche del luogo quale emergenza "vitale"-, e sui vari (riposti ed immediati)e molteplici significati e pretesti.
Ed i riferimenti nominali potrebbero essere infiniti, nel gusto -narcisistico- della citazione.Il fatto, quindi, che Cataldi abbia lavorato ad un ciclo di opere sulla città di Brindisi (la realtà ed il riferimento)non solo rientrerebbe in una norma artistica, ma metterebbe in evidenza le "sintonie" esistenti nell'ambito delle attenzioni visive, ad li là di qualsiasi e limitante geografia.
Circa 40 opere sulla città o meglio "Brindisi: una città, le storie", dovrebbe essere questo il titolo dell'intero lavoro, in una sorta di assemblaggio dei riferimenti e degli umori, delle leggibilità architettoniche, e degli aspetti -formali e non- con cui costruire questi "suggestivi racconti". E sempre nell'ambito del figurale, anche se l'invenzione cromatica sovente supera i rigidi aspetti della convenzione, per divenire aggressività espressionistica, quanto mai localizzata nell'ottica di una ricerca a vasta partecipazione, integrando il fatto grafico e l'impianto dell'opera. Fino ad una compenetrazione- il procedimento della sintesi- dei due aspetti.
E' l'anima della città (ma anche quella del pittore) che viene fuori da quest'itinerario dalla parte dell'occhio e da quella del cuore, attraversando la propria memoria individuale e quel "collettivo" che ci appartiene come non mai.