LUIGI PIATTI
Sempre mi incuriosisce il passato artistico in generale, ma
in particolare quello della nostra provincia. E fu proprio questa curiosità che
mi portò, circa un anno fa, a riscoprire l?arte di Antonio Pacchiarini. Il
merito fu di Gianfranco Maffina con il suo volume ?Trentacinque artisti
varesini? del 1971. Lo sfogliai e la visini si bloccò alla pagina 168.
Guardai le immagini e fui colpito dal modo in cui Pacchiarini
illustrava i travagli dell?epoca, che poi sono i travagli dell?oggi. Mi
sovviene anche d?aver collaborato con Luigi Roberto Barion ad allestire una sua
mostra agli inizi degli anni ?70 presso la galleria varesina ?la Bilancia?. Un
ricordo che m?impose la domanda: ?ma cosa fa adesso ?sto Pacchiarini???.
Leggendo che abitava a Porto Ceresio, presi l?elenco del telefono
e composi il numero del primo ed unico Pacchiarini presente. Mi rispose il professor
Domenico, fratello dell?artista, e da lui ebbi la notizia della morte, avvenuta
nel 1982, di Antonio; notizia che m?era sfuggita, forsanche per essere io a
quel tempo spesso fuori d?Italia.
Invitato andai a Porto Ceresio e non solo vidi molte opere
esposte nelle stanze del professore, ma mi meraviglia per la precisione e la
passione ? cioè amore! ? da lui profuse per la catalogazione di tutte le opere
del fratello. Gli proposi di dargli un aiuto per una mostra nella sala Veratti
di Varese e a tale scopo coinvolsi l?amica Luciana Schiroli. Con lei e con l?architetto
Franco Prevosti, Presidente della Commissione Cultura del comune di Varese, ritornai
a Porto Ceresio e mi fu subito evidente l'interesse dei due per l?opera di Antonio
Pacchiarini. Da tale visita alla mostra il passo fu breve; ed io sono certo che
tutti i varesini amanti dell?arte saranno lieti di questa interessante
evenienza, a conferma anche che l?arte non conosce confini temporali.
Ad maiora!