Jeanfrancois Pugliese

LA GRANDE RICERCA DELLA MEMORIA COLLETTIVA 

IN ANTONIO PUGLIESE



La pittura di Antonio Pugliese pone le sue basi sul grande figurativo accademico. I suoi personaggi sono reclutati ovunque per fissarli con la tecnica a olio su tela e su altre superfici da lui lavorate. Fanciulli, papi, clown, chiese, paesaggi, maghi, mostriciattoli vari e personaggi famosi sono le componenti fondamentali del suo travaille.

Quello che interessa all'artista è riprodurre bene quello che si presenta alla sua coscienza, proveniente dalla realtà delle cose. Il suo travaille è incentrato sulla riproducibilità attenta delle forme da lui impresse, in quanto i colori sono immessi sulle superfici delle opere tramite l'utilizzo di attente velature di colore che conformano e mettono in rilevanza i suoi soggetti. Le linee dure geometrizzanti di contorno sono abolite perché ideali, immaginarie e non presenti in natura perché frutto della fantasia umana. Le sue riproduzioni tentano in tutti i modi di eguagliare le opere dei grandi maestri del passato. Riprodurre significa rispettare e scegliere un qualcosa che è degno dell'interesse dell'artista e, infatti, non esita a selezionare ciò che vuole per sottoporlo alle sue pennellate. Il suo piccolo "Gollum" è realizzato a olio su tela e si presenta in maniera quasi frontale, con dei grossi occhi che interpellano e scrutano il nostro spirito. Lo sfondo mostra un'attenta campitura di colore monocromatico. L'artista privilegia una visione precisa delle cose da rappresentare; che siano soggetti viventi o nature morte, i suoi colori brillano e producono per se stessi degli ottimi effetti, dove anche il fruitore ha la possibilità di intravederli.

L'effetto spaziale molto rigido e statico ci rimembra una tridimensionalità in attesa e non presente perché i fondi, come la spazialità, sono totalmente eliminati in favore di un'esemplificazione monocromatica, risultante  da un'attenta campitura mono-formale e piatta. I contorni delle forme sono nitidi, mentre le forme sono totalmente delineate da sembrare ritagliate sul piano al limite dell'innaturale, e la forzatura delle ombre e dei chiaroscuri formali provocano l'effetto di un bidimensionalismo onirico, tendente al tridimensionalismo. Il problema dello spazio si spinge fino al parossismo della torsione mentale, giungendo così al fumetto, indicato come l'espressione più tipica della cultura figurativa del Novecento, che è per la sua stessa natura una visione mentale. Il tipo di sensazione estroversa tende a fare dei sensi e, in particolare, della vista il principale strumento di relazione con il mondo. Nel suo essere concreto e pragmatico, l'artista esalta l'immaginario naturale e dinamico, legato al divenire dell'apparenza. La sua visione della realtà risulta di fatto irrazionale, poiché la sensazione s'impone in un mondo involontario e inconsapevole.

Le opere degli artisti come quelle di Caravaggio presentano le seguenti peculiarità: i contorni sono precisi; i colori appaiono ben raccordati fra loro, leggermente smorzati in una sensazione tonalistica; l'effetto volumetrico è evidenziato per dare maggiore concretezza possibile all'immagine, e sono posti in atto tutti i mezzi per ottenere l'idea di profondità e tridimensionalità.  Tiziano aveva una personalità semplice e concreta, amante della vita in tutte le sue forme naturali, seppe gestire la carriera con lungimiranza, intessendo rapporti con una vasta clientela europea. Nel lavoro del maestro ritroviamo delle forme indefinite, e il colore tonale, nonché la presentazione dello spazio sono fortemente tridimensionalizzati, mentre dal punto di vista tecnico l'utilizzo dei colori a olio con effetto materico spinge a una valutazione tattile e sensoriale delle forme, cosa che non risulta in tutta la pittura di Antonio Pugliese.  L'intuizione è la facoltà psichica che più ci permette una visione unificante della realtà, ed è stata sempre riconosciuta come una forma privilegiata di sapere che consente il possesso immediato dell'oggetto della conoscenza. Il modo di vedere del tipo di intuizione introverso intende il modo dei sensi e della natura come un ostacolo e un'affermazione di stati particolari che contrastano con la visione generale propria dell'intuizione, che si manifesta come rivelazione.

La concezione culturale più consona a questa modalità d'interpretazione è quella del mondo mitologico e simbolico, dove la rappresentazione della realtà, visionata nel clown di Antonio Pugliese, appare molto semplificata, in funzione di un'attrazione simbolica, innaturale, fortemente unitaria e simmetrica. Nel suo clown, l'artista, Antonio Pugliese, utilizza delle pennellate accese e luminose i cui colori sono limitati, ma puri e intensi, e mai sfumati.    Non ci suggerisce nessuna idea di spazio e profondità alle spalle dei suoi personaggi. bensì solo ed esclusivamente un buoi omega per alcune delle sue opere. Papa Francesco, ritratto anche da Antonio Pugliese, si erge maestoso e tranquillo, inneggiando a Dio le sue preghiere e all'umanità peccatrice e recalcitrante le sue benedizioni. In sintesi, papa Francesco vede la realtà con gli occhi del cuore, avvertendo il profondo bisogno d'inserirsi nel flusso vitale degli eventi quotidiani della vita che si presenta per tutti scorrevole. variabile e inarrestabile.

Il tentativo anche qui, come nella rappresentazione simbolica, è quello di oltrepassare la dimensione figurativa e naturalistica, ma la tendenza è verso Dio, cioè verso l'astratto, l'asimmetrico e il dinamico inafferrabile con la sua non rappresentatività iconografica. La pittura impressionista   ha portato al massimo grado un'arte del sentimento in cui il soggetto è ridotto a pretesto per esprimere l'affettività dell'autore. In frutta del Meridione di Renoir si osserva come i colori siano dati a piccole macchie e le complessità cromatiche si manifestano nel suo lavoro soggettivo ed emotivo; la spazialità è indefinita, il contorno delle forme non esiste. Identiche considerazioni valgono per l'impressione; Le Soleil levànt di Monet opera chiave impressionistica,  ma il tipo di sentimento estroverso è riferibile a Giorgio Morandi, che, pur nella sua esperienza di origine metafisica, esprime nelle nature morte, che lo hanno reso celebre, tutto il contrario di Antonio Pugliese. 

I caratteristici elementi formali del genere, come per esempio i colori legati all'elemento soggettivo e affettivo, con sottili variazioni di una tavolozza molto ampia e una composizione che suggerisce varie letture spaziali, con alternanze di finitezza e tridimensionalità, sono anch'essi i principali capisaldi di alcuni lavori di Antonio Pugliese, dove la luce della quotidianità sottopone alcuni suoi personaggi nelle loro reali fattezze psicosomatiche. Mostrare che l'esperienza creativa fa parte delle normali facoltà e modalità della persona era già stata la preoccupazione di filosofi e pensatori dal passato. J. Dewey, ad esempio, si dedicò allo studio dell'arte con lo scopo di ricostruire la continuità fra le opere d'arte, i fatti e le azioni che sono universalmente riconosciuti come costitutivi dell'esperienza. Dewey si oppose alla concezione che vedeva l'artista e la sua opera d'arte come staccati dall'esperienza terrena, proponendo come essenziale punto di partenza l'osservazione del quotidiano in cui l'artista vive e in cui l'opera nasce.

L'arte di Antonio Pugliese ha origine dall'interazione del suo ambiente vissuto, come i soggetti delle sue opere, che sono strettamente connaturate in lui e nel suo pensiero, all'insegna di un processo adattivo e creativo, tutto rivolto al passato e al futuro, in un'unica ed eterna simbiosi di forme e colori.