Antonio Sorgente

Michele Riefolo

“Un pittore sperimentale e creativo con grande interesse per l’arte nord americana”

Il pittore Michele Riefolo, è un talentuoso artista contemporaneo, che vive le esperienze del presente con grande interesse e partecipazione emotiva, talché non fa mistero di avere grandi capacità espressive. Fin da bambino, nella sua Barletta, dov’è nato nel 1976, si dedica allo studio e alla riproduzione di dipinti da famosi pittori rinascimentali quali Piero della Francesca e Leonardo da Vinci.  

In tale contesto artistico, rimodella le sue composizioni classiche facendogli assumere una diversa consistenza pittorica e un proprio valore decorativo.

Alla fine degli ‘90, gli studi presso il Liceo Artistico di Bari, si iscrive prima presso l’Accademie delle Belle arti di Foggia e poi, presso quella di Bari.

Questi anni di fine secolo, caratterizzati da condizioni di laicità e impegni sociali, sono pieni di vicissitudini familiari, esperienze formative, sociali e culturali, tali da fargli acquisire la consapevolezza di poter realizzare, nelle arti figurative, ogni tipo di opera: formale, informale e astratta.

Il suo debutto con il pubblico avviene nel 1995, quando partecipa al “Premio Via Nazareth” promosso dal Comune di Barletta. In tale situazione presenta opere illustrative di “singolari” personaggi urbani che sembrano disegnati e proiettati nello spazio. Modelli personali e figurali, tipici di una pittura progettuale, adeguata ad un pittore appartenente alla nuova generazione.

Nel primo decennio del XXI secolo l’artista pugliese, realizza le prime strutture modulari a pannello, proprie di una “scacchiera aperta”, nelle quali confluiscono parametri geometrici e matematici che gli permettono di realizzare una pittura progettuale di nuova concezione espositiva. Opere pittoriche diversificate, risultanti letteralmente stravolte nella forma, come per “schernire” la strutturale ideale, a conferma di una novella progettualità.

Più in particolare si tratta si strutture geometriche, “a telaio spaziato”, che prevedono l’utilizzo di segmenti di materiali, al cui interno sono collocati dipinti in tela belga rasata, interessati da colori brillanti, sufficienti a conferire un unicum compositivo e rappresentativo, tale da suscitare forti emozioni nello spettatore.

In tale situazione innovativa, il barlettano Michele Riefolo, riceve i primi consensi della critica d’arte più avveduta, che vede nelle sue opere la creatività artistica d’inizio millennio.

Queste sue opere, composite di pittura e scultura con riquadri, che i galleristi e i collezionisti definisce “Draughboard” (tiro del bordo ampliato); composizioni a ”scacchiera allungata, ” dove le pedine e le figure multiformi, sono disegnate, tracciate, allungate, distese e poi volutamente spaziate in vuoti geometrici regolari. Il tutto per produrre “correnti” d’aria virtuale che si spostano in tutte le direzioni o tendenze artistiche, come per imitare costruzioni aeronautiche.

Si tratta di Idee e novelle strutture dinamiche, che richiamano le teorie sull’arte di Winckelman, per cui il concetto è legato alla forma mentre l’anima viaggia con il corpo.

Una naturale evoluzione artistica, poi, conduce l’artista alla realizzazione di forme geometriche sempre più ardite, diversificate nella mobilità della struttura, realizzate previo l’utilizzo di materiali e componenti industriali, denominati dalla critica “colourful panels”. In realtà si tratta di singolari composizioni strumentali, rigide o mobili, colorate dal racconto delle tinte originali utilizzate dal pittore.

L’opera più rappresentativa che esprime questo metodo ideativo, è quella intitolata “Draughty” (tecnica mista con strutture cm180 x cm. 150, ovvero una composizione a pannelli lineari, “piena di correnti d’aria”, dove la molteplicità dei segni e delle spaziature geometriche, produce effimeri continenti che fluttuano in oceani dinamici, intrisi di tinte sgargianti.

Seguono schemi compositivi dal ritmo serrato, nei quali la preminenza del processo creativo, sulla fase esecutiva, consente di creare altre tipologie di dipinti a “scacchiera-geometrica, come quella intitolata “Nel colore blu…la verità… e la saggezza”. Nell’opera de quo, in cui il colore è la parte emotiva del racconto, si può osservare la diversità dei componenti costruttivi, ma anche la peculiarità delle tinte blu cobalto, frammiste a schizzi di cromie orange, bianche e verdi, che ricordano la tecnica dell’Action Painting di Jackson Pollock, con i suoi lanci di colori sulla tela, i suoi dripping e soprattutto la sua fluidificante poesia nell’arte contemporanea.

Per questi artistici motivi, le tinte blu, nella loro singolare cromaticità, raggiungono la loro massima pittoricità e immaterialità, perché supportate dal mitologico “Zefiro”, il dolce vento d’Occidente.

In questo periodo, sempre nel percorso evolutivo della “Draugboard Art”, d’ispirazione nordamericana ma personalizzata, il Riefolo intreccia i suoi sogni di artista, con i desideri emozionali dei suoi collezionisti, che vedono nelle sue opere sia la gioiosa avidità del colore che la dinamicità delle strutture. Vertigini raffigurative e avventurose che, nella loro dinamicità aerea, sono proprie di un pittore moderno-contemporaneo agli inizi dl terzo millennio.

Tra i materiali utilizzati dal Riefolo, si ravvisano: tinte a olio, acrilici, smalti tempere, polveri, vernici industriali, pennelli, rulli, metalli, legno e altri elementi naturali.

 L’artista ha partecipato a numerose rassegne espositive, nelle città di Roma, Bologna, Reggio Emilia, Gaeta, Barletta, Trani, Bari, Milano e Minturno.

Roma 25 gennaio 2016. -critico d’arte