ENZO SANTESE

TESTO CRITICO TRATTO DA ARTEOGGI (EDITORIALE GIORGIO MONDADORI) 

Nella ricerca contemporanea il computer è spesso uno strumento che impone all'artista le sue regole, magari adottate poi in seconda istanza da chi si affida alla casualità.

Enrico Thanhoffer sembra andare in una direzione molto diversa, considerando l'oggetto tecnico solo un mezzo per realizzare progetti che sono profondamente innestati nella sua coscienza.

La riflessione investe vari aspetti del rapporto col mondo, visto talora con l'occhio ironico di chi ne preleva i suggerimenti per elaborazioni poetiche originali.

In tal modo l'artista ricorre a una figurazione stilizzata e fondata sulla forza combinatoria di una geometria elementare, per la creazione di immagini che, dal punto di vista formale, nascono dalla specularità, ma sul piano cromatico ricorrono a una variegazione massima di tinte; queste sono utilizzate tutte in una gamma di effetti che consentono all'opera di agire sulla piattezza e di alludere nello stesso tempo ai volumi.

Il tutto è trasposto poi su tela, come in una congiunzione tra modernità e tradizione.