Francesca Mariotti 2008
“Schegge impazzite alla ricerca dell’Armonia della Vita”
Architetto e artista, un binomio che spesso identifica la creatività contemporanea. Basta pensare alla Biennale veneziana di Architettura e coglierne l’importanza e la necessità nel nostro nuovo millennio per questo ramo della Creatività Artistica. Thanhoffer sviluppa tale attenzione su linee prospettiche e in movimento che, costruite digitalmente, trasmettono il senso di oppressione e di ansia affrontando tematiche ecologiste ed ambientali di rilievo. “Estrazione del Re Petrolio” o “Il finto buco dell’ozono” sono titoli che specificano meglio il suo interesse , ma che in ogni caso ci mostrano opere che avrebbero un impatto visuale di forte rilevanza sia per gli scioccanti colori utilizzati sia per le vorticose linee in cui sono inseriti. La pittura digitale permette di utilizzare contrasti e cromatismi particolarmente acidi e suggestivi, osando dove è difficile nella pittura classica. Thanhoffer ci offre prospettive traumatizzanti e vorticose in cui, noi spettatori, siamo travolti e trascinati, dando sfoggio della sua conoscenza professionale sulla parte tecnica della progettazione architettonica. La pittura lo affascina e il colore lo stimola a queste ardite sperimentazioni in digitale, avendo a disposizione programmi di elevato livello professionale con cui gestire al meglio la “manualità” della pittura al computer. Attraverso questi lavori esce da alcuni schemi , ma nello stesso tempo ne affronta altri con cui misurarsi e sfidare la scienza esatta di cui si occupa giornalmente. Osa, Enrico, lasciando le leggi della matematica e della fisica, e si abbandona ad equilibrismi ed a turbinanti vortici, in cui sono l’emozione e l’indignazione a prendere corpo e colore. Le tele che ne nascono sintetizzano pienamente uno degli sviluppi tematici della Rassegna, legandosi al disagio ed all’ansia della vita caotica e sregolata delle grandi città. L’ossessivo rincorrere il tempo e il sentirsi in costante pericolo per la mancanza di fonti energetiche o di fonti vitali, quale l’aria e l’acqua sul pianeta, trasforma le ore e i minuti in affannose corse, in salite e discese imprigionanti, in vortici di cui non siamo più padroni. Queste sensazioni e questi pensieri dominanti dell’uomo moderno sono le costanti di ogni sua opera in cui in tutto o in parte tutti ci possiamo specchiare. Il saper rendere tali ossessive emozioni in modo così “realisticamente vicino”, fanno del nostro architetto, un ottimo “messaggero di un allarme generale” per l’Uomo.
Ottimo mezzo l’arte per mettere in risalto problematiche esistenziali e generali, cui l’artista fa solo da portavoce o “strillone” per le notizie da prima pagina! Riesce così a farci vedere la nostra Vita come schegge impazzite in cui regna il Caos poiché manca l’Armonia con tutto ciò che ci circonda in Natura.
Enrico Thanhoffer si offre al pubblico quale comunicatore e come Uomo, che utilizzando le nuove tecnologie nell’arte, riesce a far giungere a tutti in modo immediato e diretto la denuncia di questo MAL-Vivere odierno.
Francesca Mariotti 2008
“Crazed splinters looking for the harmony of life”
Architect and artist, a combination often identifying the contemporary creativity. It's enough to think about the venetian Biennial of Architecture to see the importance and the necessity in this new millennium for this field of Artistic Creativity. Thanhoffer develops such attention on prospectives and moving lines which, digitally built, transmit the sense of oppression and anxiety facing the relevant ecologist and environmental topic. “King Oil mining” or “The false hole in the ozone layer” are titles which better specify his interest, but however show us artworks having a strong visual effect both for the shocking colors utilized and the twirling lines surrounding them.
The digital painting allows to utilize particularly acid and evocative contrasts and chromaticism, daring where the classic painting doesn't.
Thanhoffer gives us hurting and twirling prospectives in which we, spectators, are dragged and swiped away; he shows off his professional knowledge of the architectural design technique.
He is charmed by painting and the colors bring him to these brave digital experimentations, having to his disposal high level programs with whom manage the manual side of the computer painting. Thanks to these works he comes out from some schemes, but at the same time he finds out others to compete with and challenge the every day's exact science. Enrico dares, leaving behind the laws of mathematics and physics, and abandoning himself to balancing acts and whirls, where are emotions and outrage to be shaped and colored. The deriving canvas fully synthesize one of the topic of the Review, being connected to the disease and the anxiety of the metropolis' chaotic and dissolute life.
The obsessive running after the time and the feeling in constant danger for the lack of energy resources for the planet such as air and water turn hours and minutes in exhausting runs, in imprisoning rises and descents, in vortex we cannot control. These feelings and these prevailing thoughts of the modern man are constants in all his artworks, in which everything and almost all can mirror. The ability to render such obsessive feelings in so a realistic way makes our architect an optimum “ messenger of a global warning” to Human Being.
Art is a very good medium to proclaim global and existential problems, for which the artist is only a spokesman or the “newspaper boy” for the front-page-news! He is able to let us see our Life as crazed splinters in which Chaos reigns, missing Harmony in everything surrounding us in Nature.
Enrico Thanhoffer offers himself to the public as communicator and Man, who thanks to new art technologies is able to let the complaint about the nowadays Mal de Vivre reach quickly and directly everybody.
Francesca Mariotti 2008