Francesca Molinari
Computer painting di Enrico Thanhoffer / tratto da Rivista Como
Forse i pittori più tradizionalisti storceranno il naso a sentir parlare di pittura realizzata non con l’ausilio di pennelli, tavolozza e colori, ma con il computer. Eppure ormai i pittori digitali che praticano la web o computer painting sono un discreto numero. «Come un tempo si facevano i graffiti nelle grotte, e se a quei tempi qualcuno avesse dipinto ad olio sarebbe apparso strano, così ora può apparire la mia tecnica – spiega l’architetto e artista Enrico Thanhoffer. L’importante è avere rispetto per chi usa tecniche diverse». Infatti, per realizzare le sue opere, ormai più di 200, usa programmi diversi per creare effetti vari e poi con il plotter li stampa su tela o su altri materiali come carta fotografica, plexiglass e anche, ma per ora è solo un’idea, su materiali per l’edilizia. Sopra le tele stende dei ceramizzante per personalizzare a mano i dipinti, e poi imprime l’impronta del pollice destro in modo che resti copia unica. «Quando avevo 25 anni – continua Thanhoffer – e stavo per terminare l’università, erano da poco apparsi i primi computer, io frequentavo dei corsi dove si prevedeva l’utilizzo del computer, per fare disegni di architettura. I miei compagni di università mi criticavano perché dicevano che un architetto che disegna al computer non è un vero architetto. Adesso disegnano quasi tutti con il cad. Ora, con la pittura al computer, ho intenzione di ripercorrere la stessa strada che ho fatto allora, una via che a molti pittori “classici” può anche non piacere. Le mie opere nascono come può nascere un quadro tradizionale solo che lo strumento è diverso, non uso più il pennello, ma il computer».
Enrico firma le sue opere con il nome d’arte “Munico”. Un nome che richiama anche il “Municipio”, luogo in cui ha lavorato come tecnico per 10 anni, dai 29 ai 39 anni. Dice di lui il critico d'arte Sandro Serradifalco: «La pittura virtuale di Munico è un segno tangibile dei nostri tempi, tentativo espressivo complesso e sofisticato. Una costruzione schematica alterata e inebriata dal magico artistico risiedente nell’animo di Munico».
I suoi quadri sono in stile figurativo moderno. «La pittura digitale – sottolinea il critico d'arte Francesca Mariotti citando Munico – permette di utilizzare contrasti e cromatismi particolarmente acidi e suggestivi, osando dove è difficile nella pittura classica. La pittura lo affascina e il colore lo stimola a queste ardite sperimentazioni in digitale, avendo a disposizione programmi di elevato livello professionale con cui gestire al meglio la “manualità” della pittura al computer».
Un suo quadro, l’"Angelo Genius Loci", prima realizzato su tela, lo ha poi realizzato in tre blocchi di vetro fuso. Ora sta realizzando un quadro profumato: dopo aver impresso su una lastra di plexiglass uno dei suoi disegni, pratica dei fori laterali, applica un’altra lastra, dietro alla quale colloca un pout-pourri che viene imbevuto di olii essenziali che lasciano uscire il loro aroma dai fori. La computer painting di Munico, quindi, diventa anche un modo per arredare gli ambienti in modo innovativo e originale.
È appena reduce da una mostra personale presso la galleria "La Telaccia" di Torino di una ventina dei suoi quadri «sintesi visiva-culturale – ha detto il critico d’arte Ermanno Corti – di un’arte indipendente e di grande movimento contemporaneo».