Fabio Giuseppe Carlo Carisio
La prospettiva accentuata da una cornice d’ombra è stata da sempre un accorgimento dell’impianto architettonico dei dipinti; nei grandi maestri del Rinascimento (La Vergine delle Rocce di Leonardo), come nei pittori contemporanei (La conversione di Dalì di Glenn Brown). L’elemento stilistico innovativo che aggiungono le “grotte” di Osvaldo Mascarello deriva dall’approccio tecnico assolutamente differente: in esse, infatti, predomina la geometrica visione lenticolare di chi ha portato nella pittura concezioni e manualità fotografiche. Con queste l’artista scava in modo netto la tela, illuminandola di serafiche sfumature monocromatiche e di ombre orientali che si tuffano dentro di esse popolandole di silenti e garbate presenze.
Il percorso dell’artista viaggiatore Osvaldo Mascarello si fa sempre più emozionante, vario ed originale. Dopo aver celebrato i paesaggi vitivinicoli della sua Langa divenuti Patrimonio Unesco ed in particolare le vigne di La Morra, dove è nato nel 1948 ed è ritornato a vivere da due anni, incastonati nelle suggestive e peculiari “grotte” mascarelliane; dopo aver descritto i suoi viaggi nel mondo prima con lo sguardo fotografico e poi con quello pittorico attraverso la magia delle ombre, dopo essersi cimentato con successo di apprezzamenti critici e premi nella scultopittura su tela o tavola, eccolo intraprendere un nuovo viaggio artistico in un panorama praticamente incontaminato: barrique painting, ovvero le barrique dipinte con la ciclopittura.