Dott. Michele Fuoco critico della Gazzetta di Modena 25/10/15
" Lavoro come un giardiniere o come un vignaiolo. Le cose maturano -diceva Joan Mirò - lentamente Il mio vocabolario di forme, ad esempio,non l'ho scoperto in un sol colpo. Si è formato quasi mio malgrado. Le cose seguono il loro corso naturale. Crescono, maturano. Bisogna fare innesti. Bisogna irrigare, come si fa con l'insalata. Maturano nel mio spirito" Arturo Bosetti impegnato fino a sabato in una mostra personale presso il Liceo Scientifico "A.Tassoni", riprende il concetto del Maestro spagnolo, citando un piccolo scritto di Baricco che accompagna un quadro e sostiene " l'incontrollabile tenacia di un giardiniere al lavoro, il mattino dopo il temporale". Piace all'artista friulano, modenese di adozione, operare come un "giardiniere" perchè sa che la pittura è come un seme da coltivare con cura e dedizione assoluta, attraverso mani abili sostenute da intime emozioni o dal pensiero, non più figure umane (in biblioteca c'è una serie di ritratti di quelli che hanno lavorato nell'Istituto "Tassoni", dove Bosetti ha insegnato per molti anni disegno e storia dell'Arte) ma la natura, interpretata in senso panico, costituisce il motivo costante della sua ultima ricerca. Una natura che non trova riscontri nella realtà e permette all'artista una creatività pura e spontanea, una infinita molteplicità di forme e motivi che sembrano generarsi reciprocamente in un ritmo che asseconda l'energia interna del colore. Nel tessuto cromatico vive la luce di variabile intensità che connota in modi diversi l'immagine, capace di assumere carattere astratto, da cui risulterà la forza di significazione e la sua stessa capacità di esistenza. "La luce che si fa colore e il colore che si definisce nella luce sono - sostiene l'artista che è anche scenografo e resturatore - l'essenza della mia esperienza visiva e del modo di coglierla" . Così la sua pittura conosce la molteplicità delle possibilità di rappresentazioni che scaturiscono dalla scelta e dalle gradazioni dei colori e dal loro accostamento. Le forme non sono per Bosetti mai definite ma si offrono sempre come momenti di genesi, di divenire e di essere. E ciò può costituire una qualità rara della sua pittura su cui riflette Vito Scaringella docente di filosofia nello stesso Istituto, negli anni in cui insegnava Bosetti, con osservazioni sul significato e valore dell'Arte e sulle sollecitazioni di conoscenza che essa reca per gli allievi . La Preside Luciana Contri evidenzia come la mostra sia una bella esperienza per i ragazzi (ma anche per i genitori) che hanno l'occasione per visitarla. " Un esperienza da ripetere -per l'assessore alla cultura Cavazza- anche in altre scuole, perchè queste sono occasioni per rafforzare un connubio tra istruzione e cultura".
Michele Fuoco