Franco Passoni

Nel suo fare pittura i diversi incontri di ordine creativo, matematico e geometrico, hanno giocato un ruolo determinante avvicendandosi ed enucleandosi in una suggestione spaziale, sempre inventata e definita da limiti della fantasia cratrice che è capace di elaborare progressive combinazioni di ordine visivo.

Betrix nelle sue nuove composizioni formali aggiorna una intenzione che trova, nel suo passato di uomo e di stilista, delle profonde radici e muove le sue ricerche attraverso risoluzioni che percorrono un arco, ai cui limiti estremi, si trova il razionalismo. Oggi è ancora combattuto da certi problemi di lirismo e dalle annotazioni sintetiche, in quanto capisce che in questi due moduli ci sono molte varianti, ciò nonostante i suoi quadri rappresentano delle proporzioni armoniche e ordinate che segnano il passaggio, da un atteggiamento di intuizione sensitiva, verso l’affermazione di una intenzionalità progettuale e costrittiva. In questa alternativa è altresi superata una accademica distinzione tra le varie espressioni, di liberazione dei imiti angusti delle scuole pittoriche; per Betrix: la pittura è a suo modo in oggetto e l’oggetto si trasforma per converso in disponibilità pittorica.

L’usicta di Betrix dal mondo istituzionale ha significato per lui la liberazione dai problemi commerciali, dalla concorrenza, dal consumismo, da tutto quell’insieme di ricerche che sono edulcorate a discapito di quelle veramente nuove e reali. Per Betrix la globalità dello spazio è ormai captabile attraverso la plasticità delle forme e della luce, e le sue superfici accolgono unicamente l’assunzione degli strumenti elaborati dalla cultura, dalla visione e dalla comunicazione, per trasformarsi in opere d’arte. Per questo assommano in sé il momento tecnico, quello scientifico e quello storico, strettamente congiunti a un fine che è ideativo e costruttivo.

Giugno 1981