Pasquale Di Matteo

L’arte di Carla Bertoli è una continua ricerca stilistica, in cui la pittura incontra il mosaico e dove la bidimensionalità si carica di applicazioni materiche, per lo più pezzi di oggetti di recupero, fino a scoprire nuove geometrie e diverse dimensioni.

Tecnica mista che fonde ricerca, cultura, pittura e un taglio moderno del mosaico, Carla Bertoli converte l’uso dei materiali di recupero in forma artistica, utilizza elementi riciclati con la tecnica del mosaico e li trasforma in pezzi pittorici e volumetrici che compongono le parti del supporto in 3D.

IL FILONE DELLA POP ART

Carla Bertoli esprime molto di sé attraverso tutti i suoi lavori e, con la Pop Art, l’artista sperimenta un’attenzione particolare per il campo visivo, alla ricerca di espressioni nascoste, di segreti mai raccontati, di storie che meriterebbero maggior sorte e che, invece, per colpa della limitata capacità di ascolto del senso visivo, troppo spesso restano sopiti, nella preoccupante indifferenza che è protagonista del nostro tempo.
La Bertoli, attraverso questa sua espressione artistica, alimenta il desiderio di scoprire, quella curiosità alla base di ogni invenzione.
E l’oggetto della sperimentazione dell’artista lombarda è senza dubbio l’essere umano, con le sue mille sfaccettature; infatti, le inquadrature suggestive che caratterizzano buona parte dei ritratti Pop Art della Bertoli sono l’emblema di questa sua ricerca, in cui ella non risulta essere una semplice pittrice, ma una detective dell’anima.
Occhi che raccontano, espres-sioni a cui mancano soltanto punti esclamativi, non sono altro che il retaggio di un percorso comunicativo cui la Bertoli sembra ambire, non tanto per padroneggiare uno stile ricercato, bensì per spiegare al mondo che l’uomo è un animale sociale e che ha necessariamente bisogno dei suoi simili per non essere inutile.
Carla Bertoli ci invita, quindi, a una maggior attenzione per gli altri, per chi ci sta intorno, suggerendoci di non fermarsi a un’occhiata fugace, perché il senso della vista non è in grado di elaborare nulla che possa essere capace di andare oltre, oltrepassando lo strato apicale dell’immagine.

Con l’opera CIAO MONDO, del 2014, Carla Bertoli rafforza il suo desiderio di sfondare la superficialità dell’immagine, per raggiungere lo spessore e la profondità delle persone.
In questo suo omaggio a Mina, l’artista focalizza l’attenzione su una star che, all’apice del successo, ha deciso di allontanarsi dalla televisione, da quel mondo dell’immagine verso cui correvano tutti gli altri.
Tale decisione non ha certamente scalfito né la popolarità della grande cantante, tanto meno ne ha limitato i successi; al contrario, intorno al suo personaggio si è intessuto un velo di mistero che, se da un lato ha avuto la funzione di mantenere un contatto con i fans, dall’altro ha permesso alla cantante italiana più famosa di riprendere in mano le redini della propria vita.

DONNE, PERSONE, STAR

In Carla Bertoli prevale un’attenzione particolare per il mondo femminile, con le sue contraddizioni, la sua storia, l’emancipazione, i soprusi, le violenze, la sensualità, la femminilità, in un caleidoscopico mondo di colori, attraverso i quali la Bertoli racconta, esaltandola, l’importanza delle donne nel mondo. Donne comuni o importanti, star internazionali o sconosciute, in Carla Bertoli ottengono lo stesso spazio e il massimo rispetto, nella raffinata ricerca dello spessore interiore, abiurando la superficialità dell’immagine.

OBAMABURGER

La metafora dell’hamburger, la grandezza dell’umiltà Nel suo continuo racconto del presente, Carla Bertoli sembra attratta dagli episodi significativi che esulano dai cerimoniali, dalle regole, dagli schemi di una società contemporanea in cui si parla molto di emancipazione, di altruismo, di uguaglianza, ma troppo spesso ai discorsi carichi di pathos non seguono fatti concreti.
Al contrario, viviamo in un tempo in cui le disuguaglianze e la suddivisione in strati sociali sono più marcate che mai.
Perciò, quando Barack Obama abbatte i vincoli e i costumi che dovrebbero imporre una serie di comportamenti a un politico di tal calibro, concedendosi una pausa in un fast food, immediatamente la Bertoli riesce ad andare oltre l’immagine, sviscerando l’accaduto, analizzandolo, per poi declinare la potenza mediatica del messaggio attraverso la pittura.
La Bertoli riesce a cogliere la forza della metafora dell’hamburger, del grande politico che è umano, al servizio della gente comune e non solo dei potenti, di quelli che frequentano i locali di lusso.
E proprio la capacità di cogliere queste sottigliezze fanno della Bertoli un’attenta narratrice del nostro tempo.

LA FORZA DIROMPENTE DELL’UMILTA’

Ripercorrendo le stesse strade battute da alcuni grandi maestri del passato, Carla Bertoli fa proprie le istanze degli ultimi, delle persone ai margini della società, degli umili di cui non importa a nessuno.
L’artista, infatti, declina espressioni e sentimenti di persone comuni, che diventano protagoniste, al pari di altre opere in cui a prevalere sono personaggi famosi.
D’altronde, la Bertoli focalizza sempre l’attenzione su aspetti più profondi della semplice notorietà, facendo pro-prio dell’umiltà e della normalità le sue tematiche più gettonate, attraverso le quali l’artista riesce a declinare sulle tele la propria anima e tutte le inquietudini che le scaturiscono dentro dal vivere.

Grande attenzione per gli occhi e per il mondo animale.
Carla Bertoli, oltre a nutrire il desiderio di dare più spazio agli ultimi, espone in maniera importante la sua visione del futuro, auspicando una maggiore attenzione per gli animali, in un dualismo uomo e ambiente dove avere ris-petto per tutti gli esseri viventi.
La Bertoli, dunque, usa gli occhi per osservare con il cuore.

LA SUGGESTIONE DEL FUMETTO

Altro filone artistico di Carla Bertoli è quello rappresentato dai ritratti degli eroi dei fumetti, di quelle serie di un passato dimenticato e che oggi sono state sostituite da altre storie.
Si diceva che quegli episodi fossero violenti e troppo tristi, ma oggi ci accorgiamo che sono stati soppiantati da molti, troppi cartoni diseducativi e volgari, incapaci di creare quell’empatia che si instaurava con gli eroi che guidavano i robot con i quali si salvava il mondo.
Attraverso le sue opere, Carla Bertoli ci ripropone quell’epoca, riportando in vita eroi dei quali i bambini avrebbero bisogno, personaggi romantici e intrisi di valori che oggi sono stati sostituiti dai dispositivi elettronici e dalla fredda pericolosità dei Social.
Attraverso questa serie di lavori, la Bertoli si fa promotrice di una riscoperta di valori e di sentimenti che oggi i giovani non sono più capaci di provare, perché stimolati da altro.
La coesione, l’amore, il lottare per un sentire comune, l’aggregazione per difendere l’identità di una società, oggi sono state soppiantate dall’esaltazione del personaggio, delle individualità, del protagonismo a ogni costo.
Un tempo, i ragazzini sognavano di salvare il mondo dai cattivi, come gli eroi che guidavano i robot o quelli che avevano qualità superiori che mettevano a disposizione di tutti, rischiando persino la vita.
Un romanticismo e uno spessore sostituito dalla psicosi dei like sui Social e dalla paranoica voglia di emergere a ogni costo, calpestando tutti gli altri, che accomuna i giovani del nostro tempo.
Carla Bertoli è un’autentica narratrice del nostro tempo.

Milano, Ottobre 2019

Pasquale Di Matteo