Pier Antonio Trattenero.

Pier Antonio Trattenero, Critico d'Arte

Giugno 2021
Ho conosciuto l'arte di Carla Bertoli attraverso Facebook, non scrivo per esprimere un giudizio ma per commenta una frase di P. Di Matteo, "I suoi temi sono legati a doppio filo alla cultura popolare, ma la poetica della Bertoli è elevata dal suo piglio da filosofa, grazie a cui esplicita sui supporti tematiche riconducibili alle difficoltà del vivere." Trovare una artista che sappia interpretare questi concetti con l'arte oggi è raro, la cultura popolare, l'angoscia del vivere. L'aggancio a un concetto espresso da M. Heiddeger, secondo il quale una vita piena di significato è possibile solo con il superamento della banalità, è pienamente interiorizzato da questa pittrice che ha il coraggio spingersi oltre e prendere in considerazione la tematica dell'ambiente. Di Matteo riconosce in lei il complemento di essere artista pienamente calata nell'attuale, l'arte supera la dimensione del tempo nella sua attribuzione fisica e filosofica per concettualizzarsi nella dimensione del presente dipinto sulla tela senza la pretesa di detenerlo, ma restituendogli la dimensione del presente nella sua forme di apparire, tra cromatismi originali e personali intuizioni di cui l'arte si nutre.

Carla io non posso aggiungere nulla a coloro che ti hanno intervistato, sono bravi e hanno evitato qualsiasi protagonismo lasciandoti i giusti spazi Dico solo che la tua arte è cammino lungo i magici sentieri della conoscenza, ti fermi a rimirare un fiore e ti accorgi che quel fiore l'avevi già pensato, ti chiedi dove, in città soffocato dai rifiuti. Allora l'hai reso visibile e l'hai trasformato in un volto di donna, un volto che soffre, un volto reciso come il fiore, ne hai carpito i segreti e in silenzio ti sei accomunata. Il silenzio degli artisti non ha parole, ha gesti di compietas, non chiede, dà.

Voglia la tua arte nutrirsi di silenzio, un silenzio che grida all'umanità che quel cammino è ancora lungo ma che l'artista è già pronto a percorrerlo.


Carla Bertoli Arte e autorappresentazione
Quando è difficile de-lineare le capacità di auto rappresentazione di una artista come Carla Bertoli? Certamente è impegnativo. Quando sembra che il tentativo sia andato a buon fine ti sfugge e riappare trasformata. Forse è questo il concetto che definisce la pittura di Carla, valente artista. Si ispira alla pop art ma la reinterpreta e non è una interpretazione banale. Autorappresentarsi significa mettere in gioco il proprio essere, trasferire significati alla tela con il rischio di non essere capiti. Forse è questo il dramma dell’artista, agire per rompere un silenzio e gridare al mondo la propria essenza. Tragedia? Forse no! Ma invocazione all’essere. Carla prima di tutto di si rivolge a se stessa, unica via di comunicazione per essere credibile. Allora le sue opere trasudano di autentici interrogativi esistenziali, segreti se volete, ma palesati dalla sua arte. La visione di un mondo credibile e sostenibile, il recupero della materia come via d’uscita al rifiuto di vivere con autenticità, i cromatismi ben evidenti per non essere venati dal silenzio. E tutto scorre fluido, tutto si concatena per offrire punti di riflessione e prospettive nuove. Non servono molte parole per renderle giustizia, seve soffermarsi davanti all’opera, dialogare e poi un poco stravolti sorriderle e dirle “Stavolta l’hai combinata grossa, mi hai indotto a pensare.” In un mondo che ha smesso di pensare affidiamoci alla magia della sua arte.

Un critico che non critica, Pier Antonio Trattenero.

Critico d'arte Pier Antonio Trattenero. Giugno 2021

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