Nicola Valli
L'articolo è stato scritto per presentare una esposizione alle Assicurazioni Generali di Reggio nell?Emilia
Nei quadri di Carlo Govoni una impronta che va oltre la tecnica - -
Il
rispetto delle leggi della natura per esprimersi liberamente anche con le
regole dell?arte verso una dimensione senza tempo
Ho conosciuto
pittori preoccupati di essere originali ed in ogni loro quadro c?è una ricerca
del nuovo a tutti i costi. Altri cercano di mettere nei quadri ciò che non si
può dipingere come i sogni e le emozioni. Altri ancora vogliono stupire con
effetti speciali oppure percorrono strade già indicate da altri. Ho conosciuto
anche uomini che si sono svegliati una mattina, hanno comperato il necessario
per dipingere e si sono autodefiniti pittori.
Carlo Govoni non
rientra in nessuna di queste categorie. E? un reggiano che studiato al liceo
artistico di Bergamo, ha seguito gli insegnamenti di pittori figurativi, ha
continuato a studiare fino a diventare professore di disegno e storia
dell?arte.
Egli è un pittore
che conosce bene le regole della pittura. ?Regole della pittura? è
un?espressione inconsueta per molti osservatori dell?arte contemporanea. Non è
così. Le regole esistono, ma spesso le abbiamo dimenticate. Con regole
s?intende la conoscenza di tutto ciò che in natura governa la rappresentazione
della realtà. Le fondamenta sono le leggi del disegno e della prospettiva
lineare. Poi si aggiungono le conoscenze delle teorie sui colori, della loro
complementarietà e della percezione visiva. Ancora non basta, un pittore deve
avere una cultura storico-artistica. Chi dipinge deve conoscere i maestri del
passato sia per gli aspetti tecnico-formali e sia per i contenuti che hanno
espresso. Govoni ha fatto tutto questo. Nei suoi quadri non c?è nulla
d?improvvisato. Il disegno, la preparazione dei colori, la loro stesura e fino
alle velature tutto si muove verso un unico fine: creare un?opera piacevole e
tecnicamente ben realizzata.
Govoni considera
la pittura una lingua universale che ha una sua sintassi ed una sua grammatica.
A differenza di una lingua dove le regole sono stabilite dagli uomini la
rappresentazione della realtà si caratterizza per regole presenti nella natura.
Gli artisti del passato le hanno semplicemente scoperte analizzando
razionalmente il microcosmo che ci circonda.
Secondo Govoni la
strada che inizia con l?analisi razionale della realtà per poterla trasformare
in un?immagine bidimensionale è un percorso che non si deve cambiare. Col
passare dei secoli la realtà si è modificata nel senso che sono cambiati i
soggetti, ma non sono cambiate le regole per rappresentarla.
Un esempio è il
quadro di un tramonto a Marghera dove i fumi delle ciminiere si confondono con
le nuvole. In quest?opera la tecnica è ben consolidata, i fumi densi sono un
segno positivo e negativo. Il degrado ambientale si contrappone al lavoro.
Nella sede della
più importante compagnia di Assicurazione italiana sono esposti altri quindici
quadri a soggetto paesaggistico. L?acqua è un tema ricorrente e non potevano
certo mancare alcune vedute veneziane e del lago Maggiore. Chi conosce Govoni
sa che ama Venezia e per tanti anni ha vissuto sulle rive del Verbano.
E? sufficiente
osservare un qualsiasi quadro di Govoni per capire quanto importante sia il
concetto della profondità di campo.
I riflessi
sull?acqua sono anch?essi eseguiti a regola d?arte. Per quanto attiene al
colore ci preme sottolineare come sia evidente la fusione di numerosi passaggi
tonali e l?introduzione delle velature.
Tutte le opere
esposte sono realizzate ad olio. Questa è una scelta molto precisa perché i
quadri ad olio hanno una notevole resistenza nel tempo. Govoni vuole che i suoi
dipinti siano durevoli ed ha sempre affermato che «? un quadro vive per sempre.»
Guardando queste
tele non ci sono dubbi. Sono tutti dipinti con una tecnica molto raffinata ed
esprimono una sensazione di serenità. Non c?è nessuna volontà di aggredire
l?osservatore o metterlo in una condizione d?ignoranza nei confronti dell?arte.
Govoni esprime
semplicità, chiarezza, ordine. Non vuole inseguire una fantomatica
libertà che poi si trasforma in una produzione caotica e
incomprensibile. Per lui la libertà espressiva la si ottiene solo col
rispetto delle leggi.