Gabriella Fumarola
A Carmen con affetto, stima e l’augurio di mete sempre più elevate nel meraviglioso mondo dell’Arte”.
L’osservazione di un’opera d’arte può trasformarsi in un viaggio dello spirito. Ciò è possibile se l’oggetto dell’osservazione cattura i sensi, conquista intimamente e, tuttavia, rende difficile una interpretazione immediata, poiché solo l’interiorizzazione dell’opera può agevolarne il giudizio. Si resta catturati con stupore dall’effetto semplice e diretto di un linguaggio espansivo come la pittura, seppure privo di parole, ma ricco di emozioni, di percezioni, di evocazioni che l’affannosa ricerca di una spiegazione verbale estemporanea rischierebbe di vanificare. Quanto più un’opera è spoglia di manierismo artificioso, dunque è sincera, tanto più rivela l’autenticità di un pensiero, a sua volta risultato di una peculiare ricerca interiore che si identifica, poi, nel tratto di un artista. E questo ne determina l’unicità.
In questa premessa si delinea già la personalità artistica di Carmen Manco, il cui stile ricco di inventiva la colloca in un ambito privilegiato della pittura contemporanea, ovvero quello che coniuga con disinvoltura passato e presente, storia e modernità attraverso un’espressione semplice, non facile, che conferisce alle sue opere una bellezza spontanea e autentica.
Le sue tele evocano paesaggi naturali, urbani, nature morte, figure umane - spesso ninfe o soggetti mitologici –. Evocano, appunto, perché il suo tratto peculiare, attraverso una fusione cromatica delicata, gradevolmente ordita e al tempo stesso penetrante, rivela una immagine sfumata, evanescente, mai del tutto svelata e perciò volta a quella interpretazione interiore in cui l’osservatore, guidato dallo stupore, dalla immaginazione, dall’intimo sentire, colloca le proprie emozioni.
L’osservazione di un’opera d’arte può trasformarsi in un viaggio dello spirito. Ciò è possibile se l’oggetto dell’osservazione cattura i sensi, conquista intimamente e, tuttavia, rende difficile una interpretazione immediata, poiché solo l’interiorizzazione dell’opera può agevolarne il giudizio. Si resta catturati con stupore dall’effetto semplice e diretto di un linguaggio espansivo come la pittura, seppure privo di parole, ma ricco di emozioni, di percezioni, di evocazioni che l’affannosa ricerca di una spiegazione verbale estemporanea rischierebbe di vanificare. Quanto più un’opera è spoglia di manierismo artificioso, dunque è sincera, tanto più rivela l’autenticità di un pensiero, a sua volta risultato di una peculiare ricerca interiore che si identifica, poi, nel tratto di un artista. E questo ne determina l’unicità.
In questa premessa si delinea già la personalità artistica di Carmen Manco, il cui stile ricco di inventiva la colloca in un ambito privilegiato della pittura contemporanea, ovvero quello che coniuga con disinvoltura passato e presente, storia e modernità attraverso un’espressione semplice, non facile, che conferisce alle sue opere una bellezza spontanea e autentica.
Le sue tele evocano paesaggi naturali, urbani, nature morte, figure umane - spesso ninfe o soggetti mitologici –. Evocano, appunto, perché il suo tratto peculiare, attraverso una fusione cromatica delicata, gradevolmente ordita e al tempo stesso penetrante, rivela una immagine sfumata, evanescente, mai del tutto svelata e perciò volta a quella interpretazione interiore in cui l’osservatore, guidato dallo stupore, dalla immaginazione, dall’intimo sentire, colloca le proprie emozioni.