Giorgio Cancellier

La tua pittura ricorda le Avanguardie del Primo Novecento , astrattista, cubista, fauve, e del periodo successivo, quello Bacon, Pollok, Changall .Quello che mi colpisce e' la vitalita' delle tue realizzazioni che accolgono forze vitali autentiche, istintuali, viscerali, che sono veicolate nelle forme del Novecento con grande naturalezza senza il magnerismo e la civetteria di chi richiama il passato in modo ingenuo o anche in modo critico , facendo cosi' una critica d'arte con metodi pittorici pittorici piuttosto che storicistici.La tua pittura invece parla di te al presente , scaturisce da una forza vitale attuale e il risultato e' poi valido anche per lo spettatore che si trova davanti ad un opera viva.In questo mi ricordi un po' il processo creativo rinascimentale che intendeva riprendere l'antichita' classica non con le belle ed erudite( calligrafie) ma piuttosto vivendo quella sensibilita' antica al presente, proprio perche' l Antico prima di essere normativo e' , per l'artista rinascimentale valore vitale assoluto e fuori dal tempo.La tua Opera si presenta come un repertorio del Novecento nella sensibilita' prima chje nelle forme.Su questa opera bisognerebbe riflettere, forse, con i modi tradizionali e piu' canonici della Critica d"arte: vedo un bel catalogo con accurate ricostruzioni storiche e schede analitiche che commentano ogni opera con precisione filologica sulla /enesi del quadro , sulle varianti , sui pentimenti, sulla ricezione nell'ambiente artistico , sulle vicende accessorie e su quelle successive al concepimento e alla presentazione pubblica.pero' ora, piu' modestamente iniziamo un' intervista che ha forse i limiti che questa forma riflessiva comporta.Ma io credo che questo dialogo possa avere una grande forza interpretativa se non lo si riduce alla semplicista domanda barra risposta , credo che lo si possa condurre " a luce radente " in presa diretta dicendo cose che forse non sarebbero possibili con la trattatistica canonica. Io vedo in certi tuoi lavori, gli elementi di una mia propria biografia emotiva e vitale( penso all'aforisma di Adorno su la Recherche. Di Proust come "come autobiografia di ognono" Giorgio Cancellier Professore in italiano e storia a milano