Massimo Pasqualone

Emozione e natura in Cinzia Napoleone.

Il centro emozionale della produzione di Cinzia Napoleone è la natura: natura come luogo dell?anima, turris eburnea dove l?artista si rifugia per cercare la quiete interiore, itinerarium mentis che porta l?artista a riflettere sulla physis di antica postura, memore degli studi classici, dall?archè di Talete fino ai neo naturalisti.

In queste opere vi è la consapevolezza che il finito rappresentato dalla natura romanticamente sia la porta dell?infinito, con quella fine sensucht di origine romantica appunto, che pervade ogni vero percorso zetetico o ermeneutico.

E quindi l?acqua come fluire del tempo e viaggio dell?uomo alla ricerca di sé stesso, perché, se il viaggiatore è un naufrago, il peso delle onde è la sua stessa salvezza, quelle onde che lo aiutano, ricorda il poeta, a guardare le terre forse lontane, ma che lo portano anche verso la fine. È evidente che altra cosa è il naufragio della coscienza e l?allegria del naufragio di leopardiana o ungarettiana memoria: la bellezza allora, è nel possedere l?infinito, nella sensucht romantica, nella capacità di sorridere alle disgrazie da cui il naufrago è scampato. Nel mare della vita, la tempesta che ha portato al naufragio sembra addirittura bella, quando si arriva alla Probabilmente, e mi preme sottolineare nuovamente questo assunto, la bellezza è solo un sentiero, dove ti dirigi perché hai seguito delle indicazioni o ti sei perso perché distratto da un pensiero o da una preoccupazione (I moti dell?animo).

In questo sentiero sei attratto da un rumore strano, da un albero o da un fiore, consapevole che il vero pericolo è solo la notte o il buio.

Ed è, invece, il sentiero dell?aspirazione all?assoluto, cercata attraverso la via dell?arte, come recita Todorov nel suo saggio La bellezza salverà il mondo, dove riflette sul Miskin dell?Idiota di Dostoevski.

Cinzia Napoleone dice tutto questo, compie un viaggio nella bellezza che abita le sue opere e che ci attrae in un prezioso movimento di conoscenza.