Gabriele Turola

 I dipinti di Claudia sono incentrati per lo più sulla figura umana destrutturata e ricomposta come tessere di un mosaico, ridotte a puro elemento cromatico o meglio

trasformate in una sorte di codice o linguaggio le cui parti del discorso racchiudono soluzioni ermetiche. La ricerca delle forme, inserite in un contesto in cui lo spazio 

è protagonista, suddiviso in tessere accordate fra loro secondo regole euritmiche, si sposa con una gestualità pittorica e con un uso del colore materico che ottiene effetti coinvolgenti. 

In questi discorsi di impronta astratta e neocubista, non manca mai una linea di contorno che funziona da filo conduttore e che ribadisce la volontà di riportare ordine ed equilibrio all’interno di campiture che sembrano affidate al caso ma che in realtà derivano da studio approfondito.

Il terreno di un bosco autunnale, cosparso di foglie variopinte, assomiglia ad un magico e sfarzoso tappeto il cui ricamo arabesco racchiude il tema allegorico della metamorfosi, della rinascita.

Ebbene, i dipinti di Claudia vanno letti come elementi di un laboratorio alchemico dove forme e colori vengono elaborati attraverso sedimenti, accostamenti, sovrapposi-

zioni per ricavarne una composizione complessa e fresca, notturna e solare, dove la dimensione del tempo e dello spazio si incontrano in una felice sintesi, dove l’aspetto esteriore e il contenuto danno luogo a un’unica trama immersa nell’alone del mito e della magia.



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