Gino Traversi
Gino Traversi, critico milanese, nell'ultima sua critica, dedicata al Taverna scrive: "La ricerca linguistica di C. Davide Taverna si svolge, sin dall'inizio della sua attività artistica, nell'ambito di quella poetica surreale che, indirizzando la sua costante attenzione all'uomo e analizzandone i complessi meccanismi interiori -anche in rapporto alle mutevoli condizioni esterne-, è capace di imprevedibili rinnovamenti, interpretando di volta in volta gli aspetti d'una realtà in movimento non sempre facilmente decifrabile. Assunto per se stesso affascinante, ma non privo di difficoltà come dimostra lo sforzo di questo promettente artista di tradurre in un efficace equivalente formale peculiaritè e situazioni dell'animo umano e le conseguenti implicazioni nel processo sociale. Di formazione umanistica con particolare disposizione a meditare, in modo speculativo, sulle strutture esistenziali individuali e collettive, Taverna ha utilizzato molto, ed ancora utilizza, il disegno come strumento di conoscenza. La sua esperienza in tale senso gli ha consentito di costruire forme-figure e forme-simboli tendenti ad esprimere concetti, riferimenti allusivi alla maschera-uomo, ?riflessioni sul sovrasensibile che ci circonda e ci compone?. Le sue intuizioni formali nascono quindi da un ritmo mentale, da improvvise sovrapposizioni di pensiero ed impulsi percettivi che si concretizzano ai confini della realtà comunemente intesa. Niente automatismo o alchimie immaginose, ma libera esigenza mentale, che partendo da un'autoanalisi si proietta nella molteplicità della fenomenologia sociale individuandone effetti negativi, come l'ipocrisia, l'incomunicabilità, l'antagonismo esasperato: prodotti di un andamento disarmonico delle funzioni primarie che ostacola l'uomo sul cammino della sua più vera ed alta destinazione. Il simbolo fallico, spesso ripetuto nelle composizioni di Taverna, sembrerebbe una presenza polivalente, come del resto nella natura del linguaggio e della filosofia della sessualità. Ma qui è evidente che non si tratta di cancellare il razionale con l'irrazionale. Tutt'altro. L'intenzionalità costruttiva di questo pensoso artista piemontese appare chiara sia attraverso la seria indagine nel labirinto delle strutture psicosensoriali, sia nell'evoluzione della prassi artistica. Che, recentemente allargatasi alla sfera del colore, con soluzioni anticipatrici di congruo sviluppo, prelude ad una sintesi linguistica consona alle sue potenzialità espressive."
Eugenio Oliva (1974/75): "Validamente impegnato nella fusione filosofico-artistica di un rapporto umano di forte accentuazione sociale, riesce nelle sue opere pittoriche e di grafica ad evidenziarne il richiamo per una più vasta partecipazione»
Si legge ancora sul catalogo della rassegna d'Arte di Palazzo Durini, Milano:"Dipinge facendo Filosofia, oppure fa filosofia dipingendo? In entrambi i casi una cosa è certa: Taverna è un artista, dalla struttura salda e promettente. Agisce con serietà d'intenti, sa rinunciare alle cose facili, scevro ad ogni forma di compromesso, ci trasmette il suo mondo pittorico-filosofico, facendoci partecipi dei suoi sentimenti, inserendoci nei suoi dialoghi umono-sociali-artistici. Con la grafica l'artista esprime il suo 'IO'. Con la pittura dal cromatismo piacevole ed attraente, ci fa assistere ad una sequenza di sensazioni che preludono 'il dialogo'."
da Il Resto del Carlino n.127 anno XXIII di mercoledì 4 giugno 1975: Ferrara (Il Diamante) La ricerca dell'identità dell'uomo è il tema di Davide Taverna che espone nella galleria Diamante a Ferrara. L'artista è dominato da questo obiettivo e scava nella sua sensibilità artistica per darcene proposte diverse che siano di traccia a questa individuazione. L'elaborazione ha un fascino misterioso, come ad indicare che l'identità dell'uomo è un mistero perché essa assume volti diversi e sempre enigmatici.
Les Artistes Européens vol. 2 collana d'arte Edizioni Artistiche Campione pg. 84: Genova (fotografia: in attesa dell'imbarco sulla M/n Michelangelo per la crociera artistica Club del Collezionista, Milano. Da sinistra il critico d'arte prof. Mario Monteverdi, l'ex campione di Rischiatutto, prof. Cillo e gli artisti Davide Taverna e Lillo Cicero. Pg. 89: Galleria NOVART Milano, Il centro d'arte fondato dai pittori Salerno e Taverna è nato per studiare e diffondere gli innumerevoli aspetti dell'arte contemporanea collaborando con pittori, scultori, scrittori, grafici, incisori ecc. Organizzando mostre e dibattiti. Mettendo a diretto contatto gli artisti con il pubblico. Pubblicando per quanto gli è consentito il pensiero dei collaboratori. Credendo in una: Arte viva Espressione sincera Collaborazione. Pg. 108: Taverna C. Davide Pittore (nella foto, serv. pgg. 47-54), nato ad Alessandria il 20 aprile 1950. Vive ed opera a Milano, (via Fara e numero dell'epoca). Si affaccia alla ribalta dell'arte dopo aver fatto delle ricerche e trovato un "modo" personale per esprimersi, per cercare il dialogo. Non rispetta i canoni di usuali conformismi e passa all'azione, parlando attraverso i suoi personaggi, assumendo per la verità una forma più grafica che pittorica. Questo non toglie nulla alla capacità dell'artista, il quale essendo un contemporaneo, si serve dei mezzi più appropriati per mandare avanti il suo discorso. Se dobbiamo necessariamente "classificare" il genere di pittura dell'artista, diciamo che è un simbolista, a parer mio ciò ha una importanza relativa, quel che conta è la realizzazione dell'artista e Taverna "sa" realizzarsi. Quotazioni olio PMO Lit. 400.000.
Alfredo Biondi: commento autografo alla personale di Cd Taverna tenuta ad Uscio (Recco) l'anno 1983: Se l'arte secondo Schopenauer è l'oggettivazione nella volontà è significativo che l'artista sia riuscito ad oggettizzare la coscienza che precede la volontà e che ne illumina le direttrici, che i dipinti recepiscono come sintesi plastica e cromatica di linee e di volumi legati ad un tema sempre elevato.
Edda Montanari: commento autografo alla personale di Cd Taverna tenuta ad Uscio (Recco) l'anno 1983: Davide Taverna attraverso le sue opere, secondo il mio giudizio (non di critica d'arte -anche se giornalista- n'è di esperta, ma di ammiratrice), si rivela il "Gauguin" del Duemila" per le sue pennellate dagli ardenti colori solari, i cui reali, rabbiosi contrasti appaiono però ad un occhio attento armoniosamente fusi in cromatiche sfumature. Sicchè la conflittuale violenza interiore dell'artista si rivela sulla tela con tocchi di una evanescente delicatezza. Il connaturale pessimismo di Taverna è mirabilmente fronteggiato dall'ottimismo; la tristezza dalla gioia; il tema del decadimento psico-fisico da una prorompente eterna giovinezza di spirito e di corpo. Nei suoi quadri s'infiltrano sempre un raggio di speranza e un guizzo di ribellione. Il tutto permeato di una filosofica meditazione. Insomma, un "Gauguin in frac", capace, con un magico tocco di pennello, di trasformare una tenebrosa chiazza in una tenerissima lacrima!
Virginio Caniggia: scrive in: La Provincia di Alessandria n. 9/3 anno XXXI Marzo Giugno 1984, Rivista Dell'Amministrazione Provinciale edizione dei 30 anni a pg. 160: C. Davide Taverna rigorosa ricerca dell'identità dell'uomo. Palazzo Guasco, con il patrocinio della Provincia di Alessandria, nell'ambito della attività promozionale dell'Assessorato Cultura, ha ospitato la mostra del giovane artista alessandrino Claudio Davide Taverna. Il Presidente della Provincia Angelo Rossa, con le Autorità civili e militari, ha inaugurato la mostra e si è intrattenuto in un simpatico dialogo con l'artista, attento a quelle che sono le problematiche culturali e artistiche del momento. "Pur essendo alla presenza di un giovane -ha detto Rossa- mi compiaccio dell'impegno estremamente maturo, che manifestano le sue opere, al cospetto delle quali, ho provato inquietudine ed allo stesso tempo una sensazione di serenità". "Questo è esattamente lo stato di vita nel quale stiamo lottando -ha risposto Taverna- ed il mio intento è quello di individuare le cause del nostro malessere che ricerco nel più dell'uomo, e manifestando questi stati ricerco la possibilità d'essere ciò che dovremmo essere, secondo una naturale evoluzione". "Le sue ultime opere -ha aggiunto Rossa- si avvalgono di una tecnica che dà il senso di desolazione dal quale cerchiamo di uscire, e traspare dalle stesse una carica creativa che le permetterà indubbiamente di percorrere quell'ardua strada, che ci auguriamo tutti la possa portare a quei traguardi che son certo si meriterà. Naturalmente questo augurio lo faccio con l'orgoglio ed il piacere di vedere che un concittadino, già operante fuori della propria città possa portare sempre più in alto il proprio nome e quello della nostra città". "Voglio ringraziare -ha detto Taverna- l'Amministrazione Provinciale che mi ha dato la possibilità di far conoscere le mie opere alla città nella quale sono nato, e che mi auguro di continuare ad onorare". Le opere esposte, soggetto del dialogo, quasi fossero chiamate in causa, sono sembrate animarsi di quel sottile e spirituale animismo che pervade tutta la mostra, comprese quattro grandi lenzuola, come sudari, che al centro della sala manifestano particolari stati d'animo e sguardi tesi alla speranza
DP840427: GISETTE di venerdì 27 aprile 1984 a pg. 6: Cerca l'uomo della saracinesca Alessandria - Sabato 28 aprile a Palazzo Guasco, a cura dell'Amministrazione Provinciale, si inaugurerà la personale di Claudio Davide Taverna. L'artista Alessandrino si presenterà così al giudizio dei propri concittadini. La sua pur breve vita artistica è costellata di tappe significative a partire dal periodo milanese. Molti potranno ammirare l'opera del pittore alessandrino osservando alcuni suoi dipinti su saracinesche, che han fatto bella mostra di sé in alcuni negozi del centro cittadino. La singolarità espressiva di Claudio Davide Taverna è uno strumento per realizzare il tema costante delle sue opere: la ricerca dell'identità dell'uomo. L'esposizione sarà aperta al pubblico sino al 9 maggio.
DP840430: CRONACASPORT di lunedì 30 aprile 1984 a pg. 10: Mostra d'avanguardia a Palazzo Guasco. L'alessandrino Claudio Davide Taverna espone fino al 9 maggio prossimo. A pg. 4 del numero di lunedì 21 maggio: Palazzo Guasco ha ospitato, nei giorni scorsi, la personale del giovane artista alessandrino Claudio Davide Taverna. La mostra, patrocinata dall'Amministrazione Provinciale nell'ambito della politica promozionale promossa dall'Assessorato Cultura, ha registrato una larga partecipazione di pubblico che, per l'occasione, ha dimostrato interesse e particolari attenzioni alle proposte culturali e artistiche del giovane pittore.
840518 GISETTE di Venerdì 18 maggio 1984 a pag. 7: Claudio Davide Taverna Pittore "da strada". Alessandria - Palazzo Guasco ha ospitato, nei giorni scorsi, la personale del giovane artista alessandrino Claudio Davide Taverna. La mostra, patrocinata dall'Amministrazione Provinciale nell'ambito della politica promozionale promossa dall'Assessorato Cultura, ha registrato una larga partecipazione di pubblico che, per l'occasione, ha dimostrato interesse e particolari attenzioni alle proposte culturali e artistiche del giovane pittore. Alla mostra &egrtave; intervenuto il Presidente della Provincia di Alessandria, Angelo Rossa il quale, intrattenendosi con l'artista ha dato spazio ad un breve ma simpatico ed inusuale dialogo. "Pur essendo alla presenza di un giovane -ha detto Rossa- mi compiaccio dell'impegno estremamente maturo che manifestano le sue opere, al cospetto delle quali, non lo nascondo, ho provato un sincero senso di ammirazione". Dal canto suo Taverna ha ringraziato il Presidente e l'Amministrazione Provinciale per l'opportunità concessagli. "Con questa mostra -ha così sottolineato- ho avuto la possibilità di far conoscere le mie opere alla città in cui sono nato e dove mi auguro di continuare ad operare per lungo tempo". "Le opere esposte -ha detto tra l'altro Giovanni Virginio Caniggia, presente all'inaugurazione- si avvalgono di una tecnica creativa che è indubbiamente importante per percorrere quell'ardua strada che porta alla celebrità". I soggetti presenti -ha poi terminato lo stesso Caniggia- da quel sottile e spirituale animismo che manifesta particolari stati d'animo e sguardi speranzosi dell'artista stesso".
Carla Servi Vaccari: scheda di presentazione alla personale tenutasi a Bologna dal 2 al 15/11/1985 alla galleria L'Ariete coordinazione Selearte. Claudio Davide Taverna nasce ad Alessandria il 20/4/1950. Consegue l'abilitazione all'insegnamento di storia dell'arte all'Istituto d'Arte di Acqui Terme e frequenta l'accademia di Brera. Espone con ampi consensi sia di critica che di pubblico in diverse gallerie di Milano e di Ferrara. Presente alle rassegne internazionali di Londea, Madrid, Bari e Bologna. Osservando attentamente le opere dell'artista è possibile captare il suo discorso filosofico sull'uomo, tema principale dei suoi lavori, imperniato sul convincimento del suo vivere costantemente in antagonismo con se stesso e con gli altri, proteso nel tentativo di raggiungere una realtà inesistente. Emerge così la formazione umanistica di Claudio Davide Taverna, capace di interpretare la realtà nel suo continuo divenire. Di lui hanno scritto: E.Oliva, R.Sanesi, E.Toso, G.Celli. PROGRAMMA ARTISTICO 1985/86 Personale Ariete Bologna (8511), Expo Arte Bari (8603), Artefiera Bologna (8604), ARTEXPO New York (8604), ARCO Madrid (8605), ICAF Londra (8605/06), ART '17 86 Basilea (8606).
Giorgio Celli (1985): "Un pittore informale, nel senso più generale del pittore che non elabora figure riconoscibili, sta sempre a un bivio: andare, nell'informe, verso la forma, senza osare mai precisarla, oppure andare verso la non-forma, ai confini del caos, senza mai osare di sceglierli del tutto, il che significa optare per il silenzio e l'assenza. Taverna si pone sulla via della forma che non c'è, ma che potrebbe esserci, su di un vissuto come soglia di un'inibizione elementare che egli non riesce mai a varcare ma che nel compromesso estetico si manifesta come forma suggerita, musa inquietante di una visione che è illusione, o viaggio nell'illusione. Un pittore come Taverna esercita l'evasione parziale del veduto senza scegliere mai il pensato, e restando, ed è il suo tratto più originale, in una zona di intensa interazione dialettica tra l'occhio e la mente."