Alberto D'Atanasio

Astrattismo Cosmico

Ci sono artisti che hanno un’aura strana che non so definire e Claudio Guadagna è tra questi. Ci sono persone che hanno grandi qualità e il genio che gli permette di fare opere che rimarranno nei ricordi di chi le guarda, queste persone non amano farsi riconoscere tra certa folla piatta, noiosa e insulsa; quella che ama apparire e rimane refrattaria, impermeabile alle emozioni, alle sensazioni e ai sentimenti che le opere d’arte possono trasmettere. Claudio Guadagna ha partecipato a mostre importanti a Venezia sotto la mia curatela, non è mai venuto di persona ha sempre spedito l’opera e non ha partecipato né ai vernissage né mi risulta che abbia visitato la mostra prima del termine. Le sue opere hanno ricevuto un consenso unanime e Venezia non è certo una piazza facile… poco avvezza ai complimenti ma esperta e sprezzante quando si tratta di giudicare in senso negativo. L’opera che Guadagna ha esposto per la mostra ufficiale del carnevale di Venezia duemila dodici è stata considerata un vero capolavoro, ho visto visitatori farsi fotografare davanti a al suo quadro che è in effetti un vero esempio di arte astratta eseguita con un rigore cromatico e di forme che potrrei dire sintesi e maturazione della lezione che fu di Joan Mirò e Vasilij Vasil'evič Kandinskij. Perché è questa una delle prerogative di quest’artista il proporre un’arte che è il prosieguo naturale di quel periodo storico-artistico noto col nome di postmodernismo. Claudio Guadagna è nato in Magna Grecia e precisamente nella terra magica di Agrigento, e per quanto si può discutere sull’innatismo, in effetti chi nasce in un contesto culturale dove si respira quella classicità che influenzò la cultura globale non può dirsi che può essere di formazione artistica autodidatta, L’arte di Claudio Guadagna nasce dall’analisi filosofico - artistico e scientifica che caratterizzò una stagione ancora poco conosciuta che sorse tra la seconda metà del XIX secolo e i primi anni del ventesimo, ma le radici, in effetti, a mio parere affondano fino al tardo rinascimento. Nei primi anni del 1900 alcuni artisti scelsero di ritornare a dare il primato allo spirito e alle cose attinenti all’interiore e considerare esaurita l’esperienza mediata dalle scoperte scientifiche e tecnologiche del 1800. Alcuni volsero la loro ricerca verso una rappresentazione dei moti interiori che prendevano forma con i colori, le figure, e il segno. La visione del reale era mediata dall’impeto di un’anima che si sentiva estraniata da un progresso che stava snaturando la neonata società moderna. Altri artisti volsero invece la loro ricerca verso le nuove teorie trattate da Sigmund Freud e Carl Gustav Young. Prima che la Psiche divenisse scienza esatta ciò che Freud e soprattutto Young fecero è il porre al centro dell’attenzione la voce dell’interiore. Furono queste spinte a determinare una nuova idea di comunicazione che potesse esprimere contenuti e significati senza prendere ispirazione delle forme reali e senza dare rappresentazione di esse attenendosi al vero. La raffigurazione divenne così invenzione l’artista procedette in maniera totalmente autonoma rispetto alle forme reali che si concretizza anche in una ricerca di un simbolismo preciso che rimase attinente alle forme e ai colori creando così un nesso strettissimo tra opera d’arte e dimensione spirituale. Con le opere di Claudio Guadagna il termine astrattismo si epura dell’estemporaneità e della spontaneità slegate dal rigore e dalla ricerca come accadde negli anni a cavallo tra il ’70 e l’80, per maturare nell’etimo del termine astrarre, dal latino abstrahere, significa letteralmente “trarre da”. Claudio Guadagna crea le sue figure, in effetti, traendole dai ricordi ancestrali, da sensazioni che provengono dal sintetismo primitivo spagnolo più che africano. Notevole è la capacità di sintetizzare figura, viso, carattere e interrelazione tra immagine e osservatore. C’è un coinvolgimento reale che quest’artista realizza regolando le cromie e il gioco degli occhi delle figure antropomorfe. Ma la sua vera novità io reputo che sia nelle opere che hanno un astrattismo che definirei “cosmico” per il modo in cui riesce a fondere figurazione e spazialità di un cromatismo deciso e insieme etereo. Sono atmosfere confuse, offuscate e tuttavia riconducibili alla figurazione da particolari antropomorfi i quali donano un senso poetico a tutta l’opera. Quest’ultima produzione che include anche l’opera esposta alla mostra ufficiale del Carnevale di Venezia, è la giusta evoluzione di un astrattismo geometrico che ha caratterizzato il periodo post 2005, in queste opere si rende concreto lo studio evidente sugli astrattisti che stravolsero la filosofia estetica degli anni ‘20 come Piet Mondrian e Victor Vasarely. Claudio Guadagna è di quegli artisti che hanno un’aura strana che non so definire. È come quelle persone che hanno grandi qualità e il genio di fare opere che rimarranno nei ricordi di chi le guarda, sono persone queste che non amano farsi riconoscere tra certa folla piatta, noiosa e insulsa, quelle che amano apparire e rimangono refrattarie, impermeabili alle emozioni, alle sensazioni e ai sentimenti che le opere d’arte possono trasmettere. Lui di mestiere faceva il capostazione e sono convinto per la percezione che ho ricevuto dalle sue opere, che in quegli anni lui ha saputo farsi suggestionare dalle emozioni di chi partiva e da chi tornava, dagli abbracci di un saluto e dallo sguardo smarrito di chi non aveva nessuno ad aspettare né altri ad attenderlo. La sua cultura estetica nasce dai ricordi ancestrali della Magna Grecia, dalla cultura minimalista afro - spagnola, e da quel post modernismo che si radica nei primi anni del XX secolo. Ma il suo astrattismo cosmico scaturisce dal non rimanere immune ai sentimenti e alla sofferenza che questi producono, non si è tirato indietro quando incombeva la commozione e ha permesso al suo cuore di non invecchiare nonostante il tempo sia passato. Ed è rimasto giovane dentro e sa ancora coinvolgersi e trasmutare le emozioni in colori e forme, Claudio Guadagna possiede quella grandezza che si trova nelle persone umili nonostante un mondo imperioso, afono e atono. Questi artisti sono sempre più rari e si fanno sentire quando hai cuore per ascoltare, perché usano un tono di voce normale, talvolta tenue. Parlano dei loro lavori con semplicità e la delicatezza che si usa per le cose preziose. Non sono caciaroni, né saccenti, non usano parlare a voce alta e non enfatizzano il loro lavoro come fosse la massima espressione sopra un mare di nullità artistica. Claudio Guadagna è un pioniere di un nuovo periodo della Storia dell’Arte moderna ed io ne sto solo raccontando l’inizio.

Alberto D’Atanasio

Docente M.I.U.R. di Storia dell’Arte e Semiologia dei Linguaggi non Verbali

Venezia Marzo 2012


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