GERARDO DI MARTINO , DOTTORE IN LETTERE E FILOSOFIA
Osservando la produzione di Crista, si può constatare come proprio la figura femminile sia il tema prediletto, affrontato secondo una interpretazione del tutto personale: l’artista attraverso queste donne scevre di alcuna dimensione temporale, dalle forme intenzionalmente manieristiche ma al tempo stesso aggraziate, tenta di far percepire all’osservatore il suo “essere”, di commuovere lo spettatore nel senso primigenio del termine: spingerlo a provare emozioni, “agitare il suo animo”. Ed a questo scopo contribuisce anche la palette cromatica assai ricercata: la scelta dei colori non è affatto casuale o semplice elemento esornativo, ma è essa stessa frutto di una selezione mirata, nel tentativo di animum movere.
Affascinata dall'arte classica del periodo greco ellenistico Crista reinterpreta il canone estetico in una chiave molto intima e personale che ben si fonde e si attualizza coi pittori del 900 che hanno ispirato ed influenzato, assieme alle sculture elleniche, maggiormente le sue scelte pittoriche, stilistiche e cromatiche; i sensuali dipinti di Gustav Klimt con i loro motivi simbolici e decorativi, la raffinata eleganza dei dipinti di Amedeo Modigliani, le libertà espressive e cromatiche di Paul Gauguin si fondono in un nuovo linguaggio pittorico che prende vita nelle tele di Cristina Patti. La sensualità più o meno sfacciata, l' erotismo che le sue donne trasudano e un forte senso di plasticismo tipico delle opere scultoree permea tutti i quadri di Crista: il modellato, il colore, il disegno si condensano a comporre un dipinto che si impone per stile e perfezione; il suo è uno stile unico e riconoscibile solo a lei distinguendosi, quindi, come pittrice nel panorama della pittura contemporanea