GERARDO DI MARTINO , DOTTORE IN LETTERE E FILOSOFIA

Eros kai Thanatos", Amore e Morte: principio generatore e forza vitale l'uno, potenza distruttrice l'altra. È, questo, un dualismo archetipico ben radicato nella cultura greca: Eros è essenza innata, ”il più bello tra gli immortali, che rompe le membra, e di tutti gli dei e di tutti gli uomini doma nel petto il cuore e il saggio consiglio" (Esiodo, Teogonia vv.116-122), figlio di Afrodite ed Ermes o di Afrodite ed Ares, "dunamis" generativa e propulsiva di tutti i viventi. Diametralmente opposto è Thanatos, dimensione della "Non vita" e apparente negazione dell'Essere. Nondimeno, esso è legge di natura e, in quanto tale, paradossalmente non negativo, financo necessario: la caducità degli esseri particolari é il modo in cui l’Essere supera l’imperfezione imposta dalla materialità, peritura e illusoria, e rivela se stesso, entità perfetta e finita. Pertanto la Morte (Thanatos), intesa come annientamento dell’essenza, non esiste, essa è piuttosto eterno mutamento, trasformazione. E, in quanto tale, scioglie il mantello illusorio della realtà contingente; ne rivela il Vero, chiudendo, e al tempo stesso riaprendo, quel ciclo ideale di nascita e rinascita di cui tutto il reale é permeato.  E, se la realtà stessa non è altro che illusione, un velo oltre il quale é l'Essenza, conseguentemente la morte è un "nostos", un ritorno all’Essere, momento di conoscenza del Sé là dove lo coglie la ragione. Cosi l'arte di Crista é unione di Eros e Thanatos - potenza creatrice e apparente non esistenza, fonte di conoscenza dell'Io più intimo - ; arte composta da morbide figure dai colori ora caldi, ora cupi; corpi ora intrecciati in chiari abbracci, ora avviluppati in mucchi scomposti, sempre simbolo di un reale illusorio e multiforme, oltre il quale si cela la vera conoscenza, quella del Sé, del proprio Io. Crista, nei suoi dipinti, disvela la sua anima, composta di stati contrastanti, antitetici eppure complementari: passione e apatia, estasi e dolore, amore e morte, sentimenti che si svelano allo spettatore tramite i morbidi volumi e il sinuoso fluire di variopinte figure femminili: parti di un unico, polimorfo Essere, in continua lotta tra loro, protagoniste di un conflitto che si risolve sempre in una tensione verso l'alto, a raggiungere la vera Conoscenza, la Consapevolezza del Sé.