Massimo Chisari
E’ impossibile definire in un unico flusso interpretativo l’arte di Claudio Dal Pozzo: la sua pittura sgorga da atti di creazione multiforme, quasi folli, frutto di una sensibilità e di una frenetica attività artistica che riesce ad impugnare tecnica e materia per modellarle secondo l’intuizione. D’altra parte, quello dell’artista veronese è un estro che sarebbe sbagliato imbrigliare secondo logica, perché le sue sono opere che riescono a varcare con efficacia le barriere imposte da ogni stile, dal figurativo all’astratto, descrivendo i gesti di un’arte che si rappresenta ne’ inquadrata ne’ domata, solo profondamente condotta dall’estro del pittore.
Dalle opere di Claudio Dal Pozzo traspare il disequilibrio di un universo espressivo dove tecniche, tele, materiali e materie si intersecano e sovrappongono in un susseguirsi di esperienze, in una evoluzione dove il singolo quadro non è solo l’anello congiungente le tappe di un percorso, bensì un frutto artistico unico, perfettamente maturo e espresso.
L’artista veronese è di fatto un vero e proprio "mescolatore di parole, colori e materiali, elementi designatori di uno stile proteso nello sforzo di comunicare e di trasmettere l’energia dei pensieri, delle inquietudini e delle emozioni che lo avvolgono. Ecco, energia è il tag giusto per inquadrare, in una approssimazione possibile, la mole creativa di Dal Pozzo.
Nelle sue mani è quasi la materia a prendere il sopravvento, trovando il modo di rappresentare, nella forma che assume, le inquietudini dell’uomo artista. Così, è il creatore stesso a definire questo percorso, affermando che raramente quello che ha in mente all'inizio si concretizza ad opera finita.
Spesso il risultato finale è una forma completamente diversa dalla scintilla originaria, ma “guardando poi la mia opera, mi rendo conto che è perfettamente aderente a quello che effettivamente volevo esprimere.”
Massimo Chisari.