Prof. Franchino Falsetti Critico d’Arte – Bologna

“….. l’arte per rigenerarsi ha bisogno di ri-crearsi. L’artista deve saper, invece, coniugare la visione allo Spirito. Una visione che non deve disperdersi nel fuori, ma deve identificarsi nel divenire dell’uomo, nei suoi meccanismi più segreti, nell’irrazionale dell’io indivisibile. Il microcosmo interiore. Il fascino di una ricerca illimitata. Una tenace rivolta al proprio destino. Cercare, tenacemente, di rompere le catene dell’illusionismo che avvolge il “cogito” della nostra esistenza. Scendere in nuove profondità dell’inconscio inesplorato. Sperimentare il proprio corpo, la propria immagine come visione dello Spirito, del non ascoltato, del non visto.
Il valore del doppio, delle voci silenziose, ed a volte, assenti.
Tutto questo risponde e caratterizza la poetica dell’artista Daniela Baldo. Una vera ed autentica ricercatrice della solitudine in cui oggi siamo relegati, anzi abbandonati. Le sue molteplici esperienze dal figurativo, all’astratto, dall’espressionismo al pop, sono testimonianze della ri-creatività dell’arte e dell’artista. Le sue opere sono rivelatrici di sensibilità, e di sottile sofferenza: sono il velo occulto del suo “sguardo” per non sentirsi sola. Le opere sono testi di scrittura, sono le idee della sua rivolta. I  volti di donna attraversati da fasci di colore, non sono le prove della vita, sono il tentativo innocente di mettere contro luce i propri sentimenti, una certa crescente nausea contro un irrimediabile mondo dominato dal disordine e dalla cancellazione della memoria.
L’artista Daniela Baldo non ama i limiti ed il declino del mondo occidentale contemporaneo. Il suo pessimismo è fonte di continue ed instancabili esperienze, perché la maschera della vita non sia l’ultima rassegnazione come se si volesse identificare la solitudine dell’artista con la sparizione dell’arte” .