Dario Massimiliano Vincenti
Daniela D'Autilia nasce pittrice delle piccole cose e degli ambienti domestici con predilezione della tecnica ad olio. I suoi primi lavori si distinguono per il timbro tenue e per i colori soffici e morbidi. L'artista lascia per qualche anno pennelli e tavolozza e, con la famiglia, si sposta per l'Italia, "assorbendo" dai luoghi che nel frattempo frequenta colori, sensazioni, emozioni, odori, immagini mentali e del cuore... Tornata nel suo Salento con un bagaglio sensoriale non indifferente, ha un incontro di fortuna con un celebre e rinomato pittore magliese che, intuendone capacità e possibilità creative importanti, la stimola a riprendere il cammino artistico interrotto qualche anno prima e la indirizza verso nuovi contenuti e, ancora per lei, inesplorate tecniche pittoriche, in particolare l'acrilico. Si apre così una nuova fase nella vita artistica di Daniela. Una fase di rinnovata artisticità che la vede riappropriarsi dei paesaggi e della quotidianità e della "dispensa" di natura salentini, sapientemente coniugati con una singolare visione interiore ed intimista, fino ad ottenere risultati d'arte largamente interessanti e di grande merito. Ecco allora affacciarsi dalle sue tele gli splendidi paesaggi e gli scorci d'ambiente e i bouquet di fiori, profumi e luce salentini, sempre nuovi, sempre rielaborati, sempre personalizzati dalla trasposizione del vissuto riemerso dei suoi viaggi, resi espressivamente unici da un sottotraccia disegnativo articolato e deciso, da una stesura materica e consistente del colore, dall'uso di una tavolozza cromaticamente calda e mediterranea, da un linguaggio in grado di comporre in risultati artistici d'eccellenza gesto creativo, cifra stilistica, equilibrio formale e forza del colore. Le opere "vive" di Daniela diventano così riflesso di esperienze di vita vissuta, interpretazioni emozionali del vero, illustrazione di racconti autobiografici, traduzione di ricordi in pensieri visivi e policromie cangianti, rievocazione del tutto originale della tradizione compositiva e pittorica salentina. Figurazioni del bello che non passa.