Prof. Massimiliano Porro

Recensione della mia opera "Children of War"

Pitzinnos in sa gherra (Bambini nella guerra) “Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro…” così raccontava la tragedia della prima guerra mondiale Giuseppe Ungaretti. Macerie pesanti che odorano di tragico massacro. Macerie sempre e dannatamente uguali. Seppelliscono vittime innocenti e non c’è tempo e spazio che possano fare distinzione. Daniela partendo da una fotografia, una bimba siriana appena estratta dalle rovine della sua abitazione, riflette su quanto sta accadendo oggi nel mondo. Con la sua consueta abilità grafica scava nel profondo del cuore frantumato. Sbriciolato come un muro sotto il bombardamento. Gli occhi sembrano avere esaurito le lacrime mentre lo sguardo che incontra il nostro, ci comunica dolore per un passato scomparso, un presente insopportabile e un futuro oscuro. Lo sfondo cupo, dunque, non fa che acuire l’atmosfera terribile dove aleggiano spiriti di morte. Risuona intanto una canzone dei Tazenda “Fusileddos in sa pala, Pedras in sa bertula, Issoso cherent una terra, Pitzinnos in sa gherra” (Fucili in spalla, pietre nella bisaccia, loro vogliono una terra: bambini nella guerra) mentre l’arte, ancora una volta, in espressione sinestetica, diventa strumento del sentire profondo della pittrice. Un grido che reclama fortemente i diritti di chi ne è stato incolpevolmente privato.

Daniela Protopapa, Children of War, olio su pannello telato, 30x40 cm, 2017.


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