Enzo Schiavi (Torino 2005)

“Daniele Bianco cerca di cogliere nell’oggetto che lo circonda ciò che per definizione non può essere dipinto perché non visibile in sé. Il nostro artista cattura la voce invisibile dell’humus del sottobosco, la qualità imprendibile dell’aria tra gli alberi, il canto inudibile del crescere della natura.(..) Tutta la natura che Daniele Bianco rappresenta è sostituita dalle impressioni visive dell’aria, della luce, del crescere dell’humus, e queste percezioni sono esclusiva proprietà della sua sensibilità psichica.”   

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