Carla D'Aquino Mineo
L'INCANTO DEL REALE NEI DIPINTI DELL'ARTISTA
DEBORAH DA RE
I dipinti dell'artista Deborah Da Re rappresentano il
succo trasfigurato dei suoi paesaggi, tra dolci
colline, casolari, antichi borghi e quiete acque nei
riflessi speculari che si aprono alla luce ed all'aria.
Diceva Matisse: “La pittura è rapporto”. E spiegava:
“Il rapporto è amore”. C'è in questa pittura la
capacità di instaurare un rapporto amoroso con le
cose, con delicatezza, come se i quadri fossero
liriche lontananze. La stessa natura appare nel
dipinto filtrata, quindi, riassaporata tra gli ocra
dorati ed i preziosi valori dei verdi che si integrano
con la leggerezza dell'aria di un azzurro terso, che
rende limpide e chiare le vedute libere, senza
costrizioni. Vi sento il respiro di un'illustre civiltà
che nasce dall'Impressionismo francese e che si
evolve verso un'ambientazione sognante, mentre
nelle prospettive dilatate dalle emozioni interiori,
essa diviene quasi metafisica nei silenzi d'animo.
Nessuna forzatura, bensì l'attenzione estrema nel
cogliere col massimo di sensibilità quel certo punto
luce, quella gradazione esatta di tono, quella tal
vibrazione dell'aria. Questo è, dunque,
Impressionismo? Non propriamente. La
fenomenicità della visione, tipica di Monet, subisce
una sorta di passaggio, attraverso il ricordo che
avanza. La differenza non è evidente, ma la
fragranza dell'emozione cede il passo alla nostalgia
dell'attimo perso.
Ecco quindi, i suoi paesaggi con lo sfondo di
scogliere, si aprono a vedute marine, così limpide, in
cui i toni cantano armoniosamente i toni bruniti, gli
azzurri celestini, i verdi variegati della vegetazione,
dove la pittura diviene una musica vivaldiana: una
melodia tranquilla, in cui le immagini si illuminano
di bianca luce nella conciliazione tra senso ed
intelletto, natura ed onirica geometria. Deborah Da
Re ha il coraggio di misurarsi con i grandi artisti del
passato storico della pittura non solo italiana, da
Paul Gauguin a Morandi, cogliendo nell'armonia la
lezione della pittura come trasfigurazione della luce,
come magia dei sensi ed incantamento dell'anima.
Ma nel contempo guarda alla natura, cercando da
essa gli stimoli visivi come sentimentali, per quel
rapporto di cui parlava Matisse. Nella sua splendida
pittura si percepisce questa sua esigenza primaria di
dialogo con il dato naturale nella sospensione di
preziosi attimi. Alla fine, l'illusione e lo
straniamento delle realtà ci trasportano verso una
dimensione esistenziale dell'autrice, una dimensione
quasi dorata, in cui è bello vivere nei sentimenti che
solo il linguaggio universale dell'arte può
trasmettere ad ognuno di noi in un nuovo sogno.
Carla d'Aquino Mineo