Giorgio Falossi

Rose e cavalli le tematiche di Deborah Da Re per una pittura segnata da una vena di gioia e di piacevole convivenza con la natura e le sue creature, fra queste il cavallo, appunto, esempio di temperamento intrepido e vigoroso. È vigore istintuale e luce della coscienza. Il cavallo simboleggia un grande desiderio di libertà che, verosimilmente, viene puntualmente infranto. L'artista ce lo presenta con due colori, di cui uno rosso striato dedicato alla coda e l'altro bianco al corpo che si staglia contro il fondo nero della tela con le zampe che affondano nel bianco spumeggiante delle acque. E le rose nel grande vaso. Un altro pezzo di natura che sembra spandersi, occupare tutti gli spazi, non finire mai. Deborah Da Re riesce così a far percepire il flusso della vita in un rapporto di colori e di profumi con l'essere, un piacere da restituire difendendo la bellezza di questa nostra natura che l'artista ci presenta con una esecuzione raffinata dei particolari, grazie alla sua sensibilità ed alla padronanza tecnica acquisita. Il colore si trasfigura in liberi accenti o cori sommersi con accostamenti che valorizzano l'insieme lasciando decantare l'urto dei segni. Ne consegue che l'impegno diviene fecondo tratto di unione tra l'interiorita' delle motivazioni che pongono in risalto le doti di riflessioni dell'artista. Sicuramente un messaggio di pace, quella più spontanea e genuina, che oggi viene pericolosamente tenuta nascosta. Ella ha la capacità di rappresentare quel lungo attimo che forma una atmosfera, che può rimanere impresso nella memoria per tutta una vita, quell'attimo lungo e ritmato che, come un soffio, mette tutto in moto : emozioni, vibrazioni, energie. È il miracolo dell'arte, della grande arte di Deborah Da Re. (critica tratta dal libro LEONARDO 500 ANNI DI ARTE a cura di GIORGIO FALOSSI LORENZO CIPRIANI)