Articolo di Elisabetta invernici, pubblicato sul periodico Monza Brianza

E? FATTO DI ACQUA E TERRA IL MIRACOLO DELLA LIBERTA?

E? una brianzola che ama la sua terra e la conosce, angolo per angolo, sfumatura su sfumatura, profumo dopo profumo.

            Quando non ne può più, monta in groppa al suo cavallo e va per i campi in cerca di libertà. Gli amici la conoscono e la amano proprio per questa sua vitalità originaria.

            Dina Isacchi è un?artista, con tanto di liceo e di laurea in architettura alle spalle; è una madre che riconosce sacrosante libertà ai propri figli; è una sportiva che ama la competizione.

            Ha quarant?anni. Vive e lavora a Monticello, in una casa luminosa, la porta sempre aperta agli amici, le sue opere sparse un po? ovunque, in modo che ciascuno le possa  guardare, accarezzare, commentare.

            Dina vive di dialogo e di libertà. Si apre agli altri ma  senza rinunciare a uno spazio tutto suo per ?staccarsi dai fatti e immergersi nella spiritualità?.

            ?Solo con il pensiero e la fantasia si può essere liberi ? ama ripetere ? Questa dignità io la conquisto ogni giorno, lavorando alle mie opere?.

            Il rifugio segreto di Dina, amazzone purosangue (?fino a quando mi sono fratturata la schiena, rischiando di restare paralizzata?) è la fornace, dove è solita portare a cuocere le sue sculture in creta.

?Lì incontro e mi confronto con altri artistsi. Insieme studiamo nuove tecniche per debellare il principio di gravità, per spingere le nostre strutture sempre più in alto, sempre più leggere, per dare loro colore?.

            In fornace fa sempre caldo e si sta sempre in ansia. Si da l?addio al proprio capolavoro sperando che la fiamma non distrugga con una vampata il lavoro di giorni e notti di speranza.

C?è il pezzo che si affloscia e quello che si frantuma sotto la tensione dell?armatura.

La porta del forno è murata. Si deve attendere che il calore compia il miracolo.

Due interminabili giorni.

            Il lavoro artistico entusiasma Dina, la fa vivere, le fa superare tante difficoltà.

            Lavora la creta da un paio di anni dopo essersi a lungo dedicata al disegno.

            ?Dipingo ancora ma sento che la mia vera passione sta nel poter plasmare le figure con le mie mani?. Al centro della sua attenzione sono rimasti comunque i due archetipi originari: il cavallo, simbolo di libertà, e la figura umana che a fatica riesce a liberarsi dai vincoli materiali per sublimarsi.

            Si tratta di composizioni di ogni ordine e dimensione che negli ultimi esemplari vanno sempre più stilizzandosi, scrollandosi di dosso le forme del corpo.

            E poi ci sono quei bellissimi pannelli classici, sul significato della vita, della coppia, della maternità.

            Dina adora la campagna e mai riuscirebbe a vivere negli  spazi chiusi della città. La sua personale a Monza, che andrà in onda nel salone dell?Arengario mercoledì 31 marzo, alle ore 18.30, sarà dunque un?occasione per avvicinare questa adorabile artista.

 

Elisabetta Invernici