Critica di Carlo Fumagalli, pubblicata sul quotidiano Il Cittadino

Museo Arengario di Monza

DINA ISACCHI: SCULTOREI SLANCI

Sculture di Dina Isacchi all'Arengario. Si tratta di cotti, e poche forme di bronzo. Uomini e cavalli, e la norma che guida la sua scultura pare che sia lo slancio. Così si vedono dei pannelli con forme che tendono a staccarsi dalla parete o che presentano, in ogni modo, dei rilievi assai risentiti. Uno di questi pannelli vive una notizia d'uomini e d'alberi agitati dal turbine, e al vertice tutto si fa pacato e le forme drammatiche s'addolciscono in una serenità quieta e come redenta.

Uno dei motivi-guida della scultrice è quello dell'amore familiare. Storia d'uomo e di donna che quasi materialmente tendono a unificare i loro visi e i loro pensieri. La simbologia è valida e tocca, in qualche caso, la novità della soluzione formale, un'eleganza nel dettato e una spiritualità elevata e come nuova.

A volte, però, messe da parte queste fantasie di slancio e tutte in verticale, l'artista trova toni più morbidi e dolci, un'affabilità familiare più intima, specialmente in una notizia ritrattistica di fanciulli. Ed è il dono dell'innocenza a un'arte che va in cerca delle forme più pure.

Dina, però, ha tendenza a drammatizzare e comunque a muoversi verso le forme dinamiche. Sente o soffre la spinta verso l'alto. E in questa direzione trova forse la sua forma più elegante e slanciata in una testa equina intitolata «tensione». E forse quest'opera è il suo più alto approdo formale e qui la sua fantasia scultorea tocca un po' il suo vertice, la nota più sgusciante e più pura.

Certo l'artista merita di vivere in un clima così rarefatto e di fare una scelta fra le sue invenzioni, in traccia di quelle forme che esprimono più puramente il sorriso e la luce.

 

 

Carlo Fumagalli

 

Pubblicato sul quotidiano  ?Il Cittadino?

Il critico d?arte Giannino Cascardo illustra l?opera artistica della scultrice Dina Isacchi nel giorno della ?vernice? presente il direttore dei musei critici prof. Beppe Colombo