CRITICA DI MARGHERITA RIZZARDI, pubblicata sulla rivista "Il pungolo verde"

Dina Isacchi è un'artista poliedrica che sa giocare magistralmente sia con la pittura, scultura e grafica, esprimendo e sublimando il suo mondo interiore.

Attraverso le varie esperienze aderenti agli schemi tradizionali l?artista è giunta a una ricerca più congeniale alle proprie esigenze pittoriche: pur mantenendo strutture figurative si muove fuori dalla realtà. La tematica di contenuto simbolico volge verso una sintesi rigorosa, in un giuoco di piani e di volume.

Ha segno veloce e riassuntivo ed è particolarmente affascinante in quelle opere dove vive e respira aguzza, arguta o tragica fra il segno e il colore.

Il punto focale del suo estrinsecare resta il cavallo sempre teso, scattante, imbizzarrito, dal collo proteso e lo sguardo triste o allucinato che è impressione ed espressione insieme. Questo animale, sinonimo d'intelligenza e aggressività è tanto dentro nella psiche dell'artista che esplode fantastico e umanizzato e il fruitore ne resta conturbato.

La sua scultura riconquista lo spazio e lo rende sensibile, donando delle immagini esaltanti protese e staglianti verso l'infinito. Così si determina, nella dialettica del linguaggio plastico, che non è esclusivamente legato al suo virtuosismo, o labile fenomeno di gusto, ma si rende utile al suo ulteriore progresso.

Le teste, i colli, i fantini, tutte le sue figurazioni hanno forme allungate. Un'arte nutrita delle esperienze dei post impressionisti, dei simbolisti che ha valore più che per l'eleganza con le quali le forme si inseriscano in ritmi plastici e lineari, quanto come espressione poetica di sensualità e spiritualità armoniosamente fuse in un linguaggio di estrema purezza.

Si riscontra inoltre un equilibrio generato dal movimento al disgregarsi della forma corporea nello spazio e al condensarsi dello spazio sulla forma corporea. Quindi la forma si sviluppa in condensati ritmi di ombre e luci, su piani lisci, concavi, convessi, che s'accostano, s'incrociano, si compenetrano creando sicuri elementi di bellezza.

In Dina Isacchi c'è chiarezza d'idee, nitore di segni, armonia di colori sostenuti da un vigoroso impianto con vastità di tematica e ricerca costante e fa piacere pensare che ella è riuscita a mantenere così limpido il suo sguardo, illuminato da pensosi e scintillanti occhi neri, da riscoprirlo per suo conto e rifletterlo incantato nelle sue tele, nei suoi acquerelli, nelle sue grafiche e nelle eccitanti e dialoganti sculture.

 

 

Margherita Rizzardi