Sandro Serradifalco, critico, saggista ed editore

Domenico Salvatore Dore è un artista di grande talento espressivo e tecnico, un pittore d‘altri tempi che preserva il tratto gentile e tradizionale della pittura tipica del tardo ‘800 Italiano. Tra oggetti di diverso tipo e nature morte di frutta e fiori, il maestro muove i suoi passi da artista in un ambito stilistico classico, che non anela affatto all‘innovazione del segno, ma che anzi ne promuove il legame con quella che è una più tradizionale espressione pittorica. Le atmosfere nostalgiche e a tratti malinconiche delle sue opere sono enfatizzate sicuramente da strutture cromatiche azzeccate e volute, dove il colore si stende sulla tela con estrema raffinatezza e delicatezza, incrociando tonalità pastello tra esse e dando vita a sfumature dai viraggi tonali che vanno dal giallo al cipria. La luce è sempre un elemento sostanziale nei suoi quadri, e, sempre risplendente, illumina ogni cosa con suggestiva intensità. Domenico Salvatore Dore diventa dunque cantore del passato in un‘era in cui si guarda troppo spesso al cambiamento e al futuro, senza mai considerare che ciò che ci permette di farlo è sempre il passato insieme alla tradizione.