Walter Venenzio
Con Giuseppina d’Orio la natura si manifestò nel rifiorire della primavera per darci “dove la luce scende lieve” tra i verdi rami degli alberi più ampie e soffuse visioni. Ci colgono con nostalgia angoli scorci di Serracapriola, dipinti con l’animo aperto ai ricordi.
I temi trattati sono tanti, ma sono i volti che più di ogni altra cosa colgono i sentimenti e l’amore della pittrice nel suo manifestarsi. Per questo motivo nei volti ci appare il stato d’animo dell’artista ed il tema della vita e della morte è presente, quasi visivo. Arriverà anche per loro il conforto, la speranza, la gioia di un sorriso? Qualche cosa succederà, nel frattempo resteranno sospesi tra le onde del mare, sopra di esse fra i flutti, nel vento o solamente tra l’immaginazione di chi li ha dipinti? Una cosa sola è certa, in questa ricerca di mondi irreali dove il nostro io potrà trovare radici più solide, la d’Orio ha voluto arrivarci senza la trafila di intuizioni ma presentandoci la cruda realtà. Ma a sorreggere le sue visioni tristi viene in soccorso la natura: qui le capaci e decise pennellate cadono sulla tela accarezzandola con tocchi lievi e sensibili, ed il calore che emanano i suoi colori, con gli elementi che li circondano sono il risultato di un ottimismo che c’è e che deve manifestarsi. Così pure negli angoli storici della sua terra un raggio di luce si posa per compensare l’inusitata apparenza che dopo il dolore verrà la speranza. La d’Orio ha saputo quindi spaziare e trovare radici diverse di tematiche pittoriche anche perché le esigenze del suo spirito sono aperte ad ogni possibile dimensione artistica. Tanti poli a volte visti con i colori della primavera, altri con quelli dell’autunno, altri ancora trattati dalla sua esperienza innovatrice e creatrice. Una pittrice che ha riscoperto il canto delle cose semplici trasmettendoci idiliaci momenti di creatività.
Walter Venenzio