Teresa Loriga
I l surrealismo di Eleazar rappresenta la realtà, una realtà però nuova e trasfigurata, la quale parte da concetti ed elementi reali come l’essere umano in generale, che rappresenta, con le sue fragilità, le sue tensioni interiori quali la lotta, l’affermazione, la ricerca del bene e la negazione del male in un vorticoso e dibattuto conflitto tra i due eterni principi e, la donna in particolare, che rappresenta l’essere versatile ed altresì duttile, poiché capace di divenire contenitore di nuovi messaggi e di nuove speranze.
Sovente la donna per Eleazar, diviene strumento di metamorfosi ove, fondendosi con gli altri elementi, si trasforma essa stessa in oggetto che ne contiene la sua fisicità, la stessa sua essenza. Tal’altra, l’uomo, in generale diviene messaggero di una nuova realtà su cui fonda idee ed elementi reali, per trasformarli in un tempo-spazio estraneo ad entrambi, così creando una nuova visione.
Eleazar è un visionario, onirico, in grado di trasferire pensieri ed emozioni di un vissuto interiore espresso attraverso i propri sensi, in una realtà e spazio nuovo, concreto e tangibile dove l’uomo si esprime con tutta la sua carnale sofferenza. Questo fa di lui un artista intimista, passionale e capace di cogliere l’umanità in tutte le sue contraddizioni, l’uomo nella sua piena carnalità, teso nella continua ricerca del proprio spirito all’evoluzione, cui per natura è chiamato ...
La sua “Carnalità” che si esprime e si tocca in maniera forte e consistente, che traspare nel groviglio dei corpi che si intersecano e si fondono, quasi ad affermare questa tangibilità dell’essere carne e sangue, espressione stessa di forte passione umana.
La sua “Spiritualità” che altresì si coglie in tutte le sue opere e negli stessi messaggi suggeriti. Una spiritualità sofferta, confliggente con se stessa e con la vita stessa, nel continuo tentar di armonizzarsi con l’ambiente in cui l’essere vive e si confronta. L’eterna ricerca ed affermazione umana tra il sacro ed il profano, tra i vizi e le virtù, tra la verità e la menzogna, il bene ed il male …
La caratteristica che più contraddistingue Eleazar, è rappresentata dai corpi senza volto. Corpi apparentemente anonimi, perché rappresentativi di un’umanità collettiva che per converso, risultano carichi di espressività che traspare proprio dai loro gesti, dai loro movimenti, dalle tensioni ed evoluzioni anatomiche degli stessi nel tempo-spazio in cui si misurano risultando così, perfettamente definiti e caratterizzanti la natura umana, in cui ogni singolo uomo, può ben identificarsi. La sua, è una chiave di lettura nuova. Eleazar crea un contatto ed un messaggio onirico tra corpi che apparentemente non hanno un volto ma, che in realtà suggeriscono un volto nuovo, ben definito poiché caratterizzato dalla espressività corporea che cui diviene forza e nuova identità materica.
La sua Surrealità espressa è dunque tangibile, poiché trasfusa dal campo onirico denso di significati e messaggi indecifrabili, al nuovo campo reale che egli crea e, dove ciò viene espresso verbalmente per essere trasfuso in forma scritta o meglio, descrittiva ed incisiva attraverso le sue immagini, cariche di forza, che esprimono un pensiero al di là di ogni giudizio o morale e lasciano un messaggio all’uomo, cui la sola ragione non indurrebbe mai da sola,senza indagare nell’inconscio del suo profondo animo e delle sue contraddizioni, emergenti in superficie e ricondotte alla loro fragile dimensione umana. Ecco Eleazar, nel rappresentare la fragilità umana con tutte le sue contraddizioni e conflitti interiori, rende quest’uomo un essere migliore, capace d’imparare dai propri errori e di evolversi alla ricerca della propria umanità interiore, rappresentata dalla sua anima, “Psiche” simbolo peraltro di evoluzione e di eternità. Un invito a migliorare se stessi imparando senza mai rinunciare ai propri errori, cui la stessa vita per esperienza offre di vivere e di trarne insegnamento; in un cammino che conduce all’evoluzione, all’accettazione di se stessi come esseri umani capaci di sbagliare ma anche di ridimenzionarsi e di cogliere gli aspetti meno effimeri della vita. Il senso stesso che ha la vita di eternità; di colei che contiene l’essenza di ogni essere umano e che in essa, è capace di lasciare un segno tangibile del passaggio umano …
Eleazar!, espressione profonda e passionale dell’animo umano …
Nell’uomo, egli coglie la essenza stessa della vita. L’uomo diviene protagonista ed artefice del proprio destino, vittorioso o perdente, in una ricerca costante e confliggente con se stesso e con il suo creatore, al quale anela ristoro dopo ogni sua battaglia interiore; da quel soffio divino, creato, cui il dono del libero arbitrio permise la piena conoscenza della materia ed il riscatto da ogni umano errore, affinchè potesse cogliere il senso stesso della vita e della sua preziosità; per giungere infine alla conoscenza dell’eterno, la sua anima, perfetta comunione con il suo creatore …
Teresa Loriga.