Enza Biuso
Di lei ha scritto la Prof.ssa Enza Biuso alla presentazione dell’ultima sua mostra personale “Sentieri di luce”:
Quando giorni fa ho incontrato la dott.ssa Elisa Marianini, sono rimasta affascinata e soggiogata dall’artista pittrice – storica d’arte – restauratrice.
Bella persona di profonda cultura e di particolare spessore umano, morale e spirituale.
D’approccio immediato, cordiale e sereno.
Mente assetata di conoscenza che ferma la propria attenzione su tutto ciò che si pone davanti: una donna che indaga per trovare se stessa ed allargare il proprio raggio d’azione, inseguendo la bellezza e i valori della vita – come aiutare gli altri –, prende coscienza di sé e il bisogno di svelare la grandezza di Dio.
Elisa Marianini si racconta attraverso le sue creazioni dell’anima che testimoniano il nuovo azzeccato lavoro che privilegia la ricerca del proprio essere, di un baricentro emotivo, morale e spirituale. La sua poetica pittorica vira, perciò, verso l’acquisizione di una personale originalità e, mentre scava decisa nella sua interiorità, si fa strada un messaggi odi una nuova filosofia di vita. Lo studio diventa allora un orto interiore e anche la tecnica si trasforma. Messa da parte quell’arte classica, assorbita fin dalla tenera età e del tutto assimilata – ma rivisitata in chiave personale – dalla collaborazione con il padre Foresto Marianini pittore-decoratore e restauratore. [….]
Elisa Marianini pittrice non “copia” più dalla realtà o meglio plasma la fisicità reale che le serve quale legame con la terra mai interrotto e incendia le dinamiche di una tavolozza iridata con una vasta gamma di timbri, di colori brillanti e accesi che esaltano il pensiero e la manualità con spontaneità ed estro, percorrendo le innumerevoli possibilità espressive dell’arte di oggi. Architetture sonore, ariose mai scontate, a tratti eteree vengono esaltati dalla scelta dei temi e dall’utilizzo del materiale. Il rigore narrativo e la freschezza di questo nuovo modo di procedere la consacrano artista completa. [….] Prepara i colori, sperimenta nuove tecniche e opera secondo l’imperativo di Michelangelo “si dipinge con il cervello, non con le mani!”. La sua è quindi “l’arte del cervello”, della riflessione, eseguita, certo, con le mani ma percepita con la mente e il cuore. In costante analisi, non zittisce mai il suo dialogo interiore. Così il racconto pittorico dilata con libertà di aver intercettato l’essenza del vivere e del morire, quella dimensione dell’anima e dei corpi che si colloca fuori dello spazio e del tempo.