Dott.ssa Maria Teresa Lazzarini
Nel panorama dell'arte figurativa contemporanea, informale, iperrealista e della dirompente affermazione delle transavanguardie e delle installazioni, le opere pittoriche del giovane Emilio Facchini si presentano come il frutto di un artista controcorrente, volto al recupero della tradizione culturale.
Il percorso intrapreso da questo pittore sarà lungo e complesso, tuttavia le premesse indicano un desiderio di crescere e di approfondire temi e modi di essere contemporane senza dimenticare i grandi maestri del passato. Sulla scia di maestri come Pietro Annigoni, le opere di Emilio Facchini sono caatterizzate dalla volontà di porre l'uomo al centro della scena mantenendo viva la tradizione rinascimentale.
La cultura contemporanea muove dall'esigenza di una totale rottura col passato, col Rinascimento, considerato troppo lontano, e persino con l'arte dei maestri del primo Novecento italiano.
A questa consapevole incomprensione della critica si contrappone una vera nostalgia per i modi grandiosi della pittura classica a cui tende una élite di artisti contemporanei.
Tra i capostipiti è certamente Pietro Annigoni; oggi, seguendo le orme del maestro, altri offrono i prodotti di una singolare elaborazione artistica. Questo spiega la predilezione di Emilio Facchini per la figura e il ritratto, spesso pretesti per incursioni nell'inconscio della mente e del sogno, nel perenne dualismo tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, rivissuto nelle contrapposizioni dei colori dalle gamme calde (giallo/rosso) e fredde (azzurro/verde), nelle luci e nelle ombre.
Un classicismo onirico impregna le opere di Emilio Facchini, come echi ricontestualizzati del surrealismo alla Magritte, interiorizzati in un arcano ritorno all'antico. E' l'uomo solitario, come Ulisse che torna a Itaca, è la bella Elena calata in sembianze contemporanee. Sono i protagonistti di un immaginario viaggio sempre in bilico fra passato e presente, tra vero e finzione, tra realtà e sogno. All'insegna dell'eterno viaggio, si presentano dunque queste opere da cui affiorano le future prospettive.
Pisa, dicembre 2004