Erica Romano

Fantasia, immaginazione e visione ... quando la carta diventa strumento per evocare un'immaginario verbale, sonoro e visivo, una commistione che crea poesia dinamica, che viaggia sulla scia delle vibrazioni sonore dell'anima. La carta asseconda il movimento delle emozioni, è capace di descrivere con fantasia l'eccitazione del sentire, che si dispiega in forme sempre nuove e che aprono a multisensoriali dimensioni. Essa sa raccontare storie e sprattutto sa come raccontarne tante, tutte diverse quanto vere, perché infatti permette a chiunque di espremersi, di parlare di sé come, quanto e quando vuole, di dar sfogo all'impulso comunicativo che risiede nell'uomo, da sempre sua primigenia e originaria esigenza. Inoltre, la natura e la matericità stessa della carta si prestano al tatto e al sentire, nonché a quell'osservare le cose che porta al desiderio di toccarle ... perché il vedere è spesso un richiamo, è risonanza diretta di quel piacere che è l'esperienza del toccare che la carta, con le sue pieghe, i suoi tagli e la sua grana, sa ancora ben rappresentare. Che sia semplicemente uno stralcio bianco o colorato, un'immagine o una cartolina, la potenza del foglio risiede nella sua capacità di essere mezzo di espressione e di comunicazione, forte ed immediato ... la parola e l'immagine visibili sulla carta s'incarnano in essa e ci fanno credere di poter toccare e sentire più vicini coloro che le hanno dato vita, come quasi poter abbracciare l'amico che ci ha scritto sfiorando l'inchiostro delle sue parole e tenendo in mano ciò che lui stesso ha tenuto. Tutto ciò sembra rinfrancare il nostro esserci nel mondo, o il senza esserci quando non possiamo "vederci", riconnettendoci con la nostra e l'altrui esistenza. La realtà individuale si fa corale armonia d'intenti e crea sinfoniche unioni dove ogni suono resta autentico ed inconfondibile. Erica Romano (2013)