Andrea Domenico Taricco

“Ezio Bruno ritorna alla forma contemplandola in accostamenti emozionali che innalzano l’ego fino ad immergerlo nei meandri della propria coscienza” ( Andrea Domenico Taricco)

L’arte rappresenta per lui la lettura assoluta del mistero della vita. La vita e la morte divengono speculari quali formulazioni necessarie per comprendere la grandezza di una esistenza comunque donata da Dio o dalla Natura dal Caso o da un Disegno celeste. Le sue opere ci parlano di queste verità in modo schietto e diretto trasportando la figurazione ad una oggettività baroccheggiante intrisa di passione e di linfa vitale.

In opere come “Primavera” (2010 )” Stagioni” (2014 ) cosi come in “Lupo” (2012 )il senso puro di una natura fatata oltrepassa la ragione stessa che contempla il miracolo dell’esistenza sino a “Contadino al lavoro” ( 2012 ) in cui la realtà viene celebrata in tutti i suoi sforzi per portarla avanti. Ancora l’incanto di “Marina con gabbiani” (2010 ) in cui la Natura è governata dalle sue leggi implacabili a cui l’uomo è perennemente soggetto. Poi affronta il dono secondo la luce del miracolo. In il “Deserto fiorirà” (2006 ) “Il mondo che vorrei “ (1995) e” Una generazione va… “(1995 ) rappresentano il trittico delle meraviglie in cui è decantata la certezza di un paradiso a cui è destinato l’uomo. Dai mondi oscuri di “Grotte” ( 2013 ) alla luce mistica di “Visione del profeta” ( 1998 ) tutto prende forma nasce, vive , muore, risorge come l’arte. ( Andrea Domenico Taricco) 4 luglio 2014.