Pier Antonio Trattenero
Fabiola Erinni
“L'arte come sintesi dell'essere”
“Ogni incontro con il linguaggio dell'arte è un incontro con un evento non conchiuso
ed è esso stesso parte di questo evento.” E' una frase di Hans Georg Gadamer
filosofo tedesco che attribuisce all'arte la funzione di disvelare l'essere trasmutando di
forma e significato.
Non potevo dimenticare questo concetto nel leggere e interpretare l'espressione
artistica di Fabiola Erinni.
Fabiola esprime i suoi concetti in modo informale attribuendo alle sue opere una forza
simbolica ed emozionale che “irrompe in punta di piedi.”
Paradossale si direbbe, ma l'osservatore si accorge che le sue composizioni accolgono
significati, valori e concetti della vita stessa, evidenziati con decisione ma anche con
la leggerezza di una simbologia che si collega ad una intensa spiritualità.
Non è soltanto il deciso apporto materico di cui, a volte, si avvale, (masse cromatiche
di materia inerte, oggetti particolari recuperati in natura, frammenti di spartiti
musicali) che rende la sua pittura così attuale; interessante è anche la distribuzione e la sovrapposizione delle tonalità cromatiche che danno piacevolezza vitale alle sue
composizioni.
Se da un lato l'arte informale lascia all'osservatore il compito di indagare sui
significati, dall'altro induce nell'animo quelle sensazioni che, decodificate dalla
mancanza di immagini, lo costringono a confrontarsi con un nuovo linguaggio che,
spurio dalla razionalità, lo introducono nel segreto dell'essere come pura rivelazione
ontologica.
La capacità di Fabiola Erinni di proporre, attraverso la sua arte, riflessioni sull'essere
in tutte le sue dimensioni, è il mezzo mediante il quale l'artista stessa invita il fruitore
a superare le emozioni, la sofferenza e ogni altro sentire, per compiere quella
trasmutazione che si concretizza nel messaggio di serena spiritualità che le sue opere
emanano.
Partendo dai colori della terra, attraverso l'aggiunta delle tonalità metalliche (quali
oro, argento, bronzo) che richiamano alla sacralità, Fabiola giunge alle tonalità più
soavi dell'etereo, dell'incontaminato, come a condurci per mano a percorrere la via
sublime dell'estetica bellezza libera da schemi e pregiudizi.
Fabiola è giunta a questo linguaggio dopo una sperimentazione che l'ha vista
esprimesi anche in maniera formale, con l'acquerello per esempio, interpretato con
grande originalità e decisone, ma anche con quella delicatezza che è consona a questa
tecnica.
Ha sperimentato anche la figurazione oscillante tra il formale e l'informale che si
avvale del gioco di rimando tra una realtà esistente e una realtà vissuta dal sentire
personale.
Ne risulta che le sue opere giungono a impregnarsi di un alto valore estetico e
dimostrano ancora una volta come l'arte sia pura invenzione.
Critico d'arte
Pier Antonio Trattenero