Maria De Michele

Notturno romano Piazza Navona. Fontana del Moro   

ritratti di Gandhi, Einstein

Maria Eugenia PALUMBO (in Arte Fiorella)

Soste dell’anima

Nota critica di Maria De Michele

La formazione filosofica e storica ha dato modo a Fiorella Palumbo di maturare un’estetica pittorica personale, tra inconscio e consapevolezza l’artista si concede l’intensa emozione del dipingere. Forme e colori affollano la sua mente per concretizzare l’atavica nostalgia di un immaginario passato remoto aspirato e mai vissuto. In ogni dipinto la pittrice rivendica il suo diritto a creare in piena libertà. Ritratti di personaggi famosi come Einstein, Gandhi, eseguiti con notevole perizia, toccante realismo, colti in un istante, con un’indagine puntigliosa e interpretativa del carattere e della personalità del genio da rappresentare.

   Ma è il colore l’elemento che meglio svela la natura artistica di Fiorella Palumbo, esso nasce dalle composizioni come istinto dominatore, come una sinfonia che sovrasta il reale per sgorgare dalle radici dell’anima. E’ sufficiente guardare le opere “Notturno Romano”, “ Piazza Navona. Fontana del Moro” per rintracciare nell’immediato una velata malinconia e l’ incomparabile bellezza della città eterna, Roma. Non è cosa semplice cogliere la natura di una città che, come Roma, non finirà mai di suscitare intense emozioni, fermarla nel tempo e trasmettere al fruitore il suo profumo di eterno.

Oli e smalti sapientemente dosati riportano all’antica purezza dell’essere artista. Nell’opera “Piazza Navona. La Fontana del Moro” c’è una ricerca di figurazione che ci sorprende in modo nuovo, non banale, né scontato. Basta guardare il cielo per cogliere l’equilibrio tra i colori che si corteggiano proponendoci gamme di sfumature surreali e al contempo metafisiche. Senza compromessi la pittrice esperisce ed interpreta la realtà reinventandola e conferendole un’immagine di grande forza espressiva. Un’ alchimia che passa attraverso la grata del ricordo dove i particolari architettonici e scultorei passano in secondo piano per cedere il passo a visioni struggenti.

Il contenuto delle opere storicamente identificabili sono plasmate da una molteplicità di suoni ed emozionalità senza tempo. Dal suolo vulcanico della città, dai frammenti di antichi monumenti, da secolari fontane emergono anime danzanti che ridanno vita ai Tritoni, le Maschere, il Tevere, i Templi.

La luminosità prevale sull’oscurità creando suggestioni che ci trasportano in un’altra dimensione, fatta di silenzi e tensione narrativa, perfezione surreale dove l’uomo è assente, dimensione atemporale dove le cose respirano liberate dal peso degli anni. Soste dell’anima nei rossi violacei, nei gialli ocra che ci fanno assaporare l’antico trasfigurato da uno straordinario senso di appartenenza.

Napoli, 13 maggio 2014